Lo sapete che per vedere dove va la Borsa si guarda a hamburger, rossetti, boxer, alligatori e grattacieli?

hamburger

Lo sapete che per vedere dove va la Borsa si guarda a hamburger, rossetti, boxer, alligatori e grattacieli? Proprio così. Nell’epoca dell’analisi più evoluta che si possa avere, grazie all’informatica, pullulano gli indici. Indice che non tengono conto delle normali variabili borsistiche. Ma che prendono in considerazione indicatori alternativi come quelli indicati nel titolo. Che si devono al genio o all’intuizione di economisti, investitori e trader. E, a volte, anche ai mass media stessi.

Il primo e il più famoso di tutti è il Big Mac Index. Che fu pubblicato più di 30 anni fa sulle pagine di The Economist. Oggi è talmente famoso ed usato da essere pubblicato annualmente. In breve, il BMI punta a calcolare il potere d’acquisto di due diverse valute. Per farlo, fa riferimento all’acquisto di un ben ubiquo. Cioè che si trovi ovunque, sempre lo stesso. E il Big Mac di McDonald’s era perfetto per questo. Lo scopo è quello, paragonando quanto costa il panino nel mondo, di vedere dove e come si muovono le valute. Perché, in un mondo ideale, il prezzo del Big Mac dovrebbe essere pressoché identico, calcolato il tasso di cambio.

Visto il successo del BMI ne sono stati creati altri, sugli stessi presupposti. Ecco quindi il Tall Latte Index. Mutuato dall’universale prodotto di Starbucks, ed ancora una volta creato da The Economist. O il Billy Index, stavolta creazione di Bloomberg. E che fa chiaramente riferimento alla famosissima e diffusissima libreria dell’IKEA.

Lo sapete che per vedere dove va la Borsa si guarda a hamburger, rossetti, boxer, alligatori e grattacieli?

Vi sorprende sapere che una volta nella City di Londra, tempio finanziario d’Europa, si calcolava il consumo di champagne nei bar frequentati da un certo tipo di clientela? Questo per cercare di predire lo stato dell’economia britannica in anticipo ai dati sul PIL. E sapete niente del Beer Index, che traccia il consumo di birra comprata nei supermercati? Sapete perché lo fa? Perché più birra viene comprata ai supermercati, più l’economia va male. La borra si beve prevalentemente fuori, nei pub o nei bar. Quando se ne consuma troppa a casa, si è invariabilmente in recessione.

Ve ne diciamo un altro. Come il Lipstick Index. Cioè l’indice che misura la vendita di rossetti. Che pare sia inversamente proporzionale al benessere economico. Più rossetti si consumano, meno bene vanno le cose. Perché? Perché il rossetto, anche di marca, è un lusso accessibile. La borsa griffata no. E quando si vendono meno borse, come nelle crisi, si consumano più rossetti. L’indice fu stiato dalla Estée Lauder, la nota casa di cosmetici.

Per gli uomini c’è un indice apposito, l’Underwear Index. Creato addirittura dall’ex Presidente della FED Alan Greenspan. L’intimo maschile è un bene di pura necessità. Con vendite stabili nel tempo. Se crollano, siamo vicini alla recessione.

Gli indici più strani

Una veloce carrellata. Le impalcature per le costruzione sono segno di espansione economica. Ma non quelle per i grattacieli. Perché più alto è il grattacielo, più lunga sarà la crisi. E poi vengono misurati il taglio da parrucchiere, l’aumento dei finanziamenti, l’abbassamento dei prezzi dei veicoli. Ma anche il tasso di riscossione dei buoni sconto e il successo di film di pura evasione come i cinepanettoni.

Concludiamo con due degli indici più bizzarri. L’Alligator Population Index misura la crescita o descrescita della popolazione di alligatori allevati per le loro pelli, per farne borse. Il Mosquito Bite Indicator misura l’aumento delle zanzare a causa delle mancate disinfestazioni. L’aumento di entrambi gli indici è chiaramente indicativo di una crisi.

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