Lo sai che quanto tu perdi soldi li guadagna il tuo broker, oltre alle commissioni che paghi?

Riparte la corsa delle imprese per avere soldi

Lo sai che quanto tu perdi soldi li guadagna il tuo broker, oltre alle commissioni che paghi? Eh già. Sapete che quanto asserito nel titolo risponde proprio al vero? Perché esiste uno strumento finanziario che può esporvi ad un rischio di questo tipo. Quale? Continuate a leggere. Ed in pochi minuti saprete tutto.

L’ingegneria finanziaria è l’industria più in crescita della finanza mondiale. Ed è anche la professione maggiormente richiesta nelle società finanziarie che investono sui mercati di tutto il mondo. Perché? Perché creare e distribuire nuovi prodotti attira nuovi (potenziali) clienti. Ed ingolosisce i vecchi. Che vogliono provare le novità. Fu così anche con i derivati, quando comparvero sulla scena finanziaria globale.

I derivati contemporanei sono comparsi sui mercati alla fine degli anni ’80. E che oggi sono pari ad almeno 10 volte il PIL mondiale come volume di denaro scambiato all’anno. Soldi che hanno un triplice scopo. Copertura dai rischi, arbitraggio tra mercati e speculazione. In pratica, servono (teoricamente) per abbattere il rischio.

Lo sai che quanto tu perdi soldi li guadagna il tuo broker, oltre alle commissioni che paghi?

Una delle ultime invenzioni nel variegato campo dei derivati sono i CFD. Acronimo di Contract For Difference, cioè contratto per differenza. E’ uno strumento finanziario il cui prezzo proviene dal valore di altre tipologie di strumenti d’investimento. In un CFD un broker ed un acquirente si mettono d’accordo. Convengono di scambiare soldi sulla base della variazione di valore di un’attività sottostante. E decidono di farlo in un lasso di tempo convenuto da entrambi. Che va dall’apertura della posizione alla sua chiusura. Per l’investitore i vantaggi sono che può impegnare anche piccole somme di denaro. Perché i CFD sono un prodotto a leva. Che, magari, fanno impegnare 100 per investire 1.000 (leva 10).

I CFD possono essere usati per scommettere (è proprio il caso di dirlo) sulla salita o sulla discesa di un titolo. Di qualunque titolo. Perché con i CFD si può giocare (altri termini non rendono meglio) sul valore futuro di qualsiasi cosa. Tipo indici, titoli azionari globali, commodity, titoli di Stato, valute. Sono a leva, come detto, e quella piccola somma usata per investire rispetto a quanto ci vorrebbe nella realtà è detto margine.

E chi è il market maker, cioè colui che tiene il banco, per usare terminologie di gioco d’azzardo? Ma il broker che vi fornisce il servizio, naturalmente! Non un mercato regolamentato. Una società privata. Magari di proprietà di un gruppo bancario, finanziario o industriale. Ed è il broker che determina lo spread tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Più stretto è lo spread, meno il prezzo deve muoversi a vostro favore prima di iniziare a realizzare un profitto. O, se il prezzo si muove contro di voi, una perdita. Ed offrire spread ridotti è il modo più utilizzato dai broker per attirare  persone a mettere i propri soldi su i CFD.

Un esempio

Mettiamo che voi crediate che il titolo ABC debba salire. Siete convinti, convintissimi. Ci mettete sopra 1.000 euro. Il titolo negozia a 98/100. Lo spread è 2. Comprate 10.000 CFD. E siccome il margine è del 3%, spendete 300 euro per quei 10.000 CFD. Ma va male. In una settimana il valore scende a 93. Decidete di smettere di perdere. Vendete a 93. Quanto avete perso? Tutti i 300 euro. Ma non solo. Avete perso anche le commissioni di entrata ed uscita, circa 10 euro ciascuna. E poi, la beffa. Visto che lo spostamento dal prezzo in acquisto è 7 cent, quei 7 cent vanno moltiplicati per 10.000. Che sono i CFD che avevate acquistato. Totale della perdita: 720 euro. Data dai 700 euro persi più le commissioni.

Un bell’affare per il vostro broker. Ed un pessimo affare per voi, non c’è che dire.

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