L’isola di Grit di Gianluca Braguzzi

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Oggi VI racconto una storiella.
In una lontana isola del Pacifico la popolazione viveva felice: natura rigogliosa mare splendido e alimentazione sana la rendevano una specie di piccolo paradiso.
Un giorno arrivò quello che era il primo gruppo di turisti. I locali li accolsero benevolmente e i turisti, entusiasti del luogo, si comportarono bene. Lasciarono però in “omaggio” sgradito un virus che vista la loro provenienza venne definito euro.
Lo stregone locale che fin lì aveva potuto assicurare lunga vita a tutta la popolazione non fu assolutamente in grado di contrastarlo e in breve il virus fece decine di vittime.
L’isola staccata dal resto del mondo precipitò in un baratro sempre più profondo di dolore e desolazione.
Uno dei turisti però aveva scambiato l’indirizzo con una ragazza del posto. Questa ragazza tramite dei pescatori che erano transitati velocemente sull’isola riuscì a fargli avere una lettera in cui spiegava cosa stesse succedendo sull’isola. Il giovane colpito dalla situazione cercò di convincere gli altri turisti del gruppo a fare qualcosa. Non ottenne alcun aiuto. Soltanto un medico gli diede ascolto e gli spiegò che la cura per quel virus era stata trovata negli Stati Uniti e che se si fosse rivolto alla croce blu europea sicuramente lo avrebbero aiutato. Il giovane partì immediatamente per Bruxelles dove aveva sede la croce blu e spiegò quanto stesse accadendo a Grit, così si chiamava l’isola lontana.
I funzionari della croce blu lo costrinsero a girovagare per mesi tra un ufficio e l’altro fino a che si riuscì a organizzare una spedizione con medici infermieri e medicinali idonei per fermare e debellare il virus.
Quando la spedizione giunse a Grit il virus protratto nel tempo molto più a lungo di quanto accaduto negli stati Uniti era nel frattempo progredito e aggredì rapidamente tutti i membri della spedizione.
Questi si erano saggiamente dotati di mezzi di comunicazione satellitare visto che sull’isola telefoni, internet e simili erano sconosciuti. In breve un cargo portò sull’isola un primo rilavante flusso di cure. Il capo spedizione ordinò che venissero utilizzati prioritariamente per i membri della spedizione.
Il troppo tempo trascorso però aveva prodotto un danno molto serio: il virus veniva contrastato ma non debellato e così la sua contagiosità. I membri della spedizione dunque furono gli unici ad auto-curarsi e ogni mese dall’Europa partiva un nuova cargo di medicinali che veniva però impiegato soltanto per il personale lasciando la popolazione locale in balia del virus che continuava a produrre vittime e desolazione.
Ogni mese lo schema si ripete, ogni mese il giovane , a cui è stato assolutamente proibito di partire, chiede, invoca che le cure vengano consegnate direttamente alla popolazione ma rimane inascoltato. La stampa ormai lo considera un visionario e la sua storia sulla sconosciuta isola è più oggetto di articoli ironici che di attenzione, gli altri membri della comitiva contattati per ridare credito alla sua storia vera non rispondono più nemmeno alle sue mail o telefonate non volendo entrare in una problematica più grande di loro. Pur non amandoli il giovane si rivolse financo ai politici. I quali con fare suadente gli dissero a turno di essere già a conoscenza della situazione e che senz’altro vi avrebbero posto attenzione.
Promesse da marinai, ops da politici.
Ogni mese il cargo dei medicinali continua a partire ma ogni mese per ordine del capo comitiva il materiale viene destinato soltanto al personale. Intanto la popolazione dell’isola viene sempre più decimata e impoverita, la felicità di un tempo, la gioia semplice di prima del contatto coi turisti dimenticata. Per sempre?

Gianluca Braguzzi è u n Gestore di fondi comuni di investimento

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