L’INPS riconosce le agevolazioni e i premessi retribuiti della Legge 104 anche a questa nuova categoria di persone 

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Si è già visto come la famosa Legge 104 del 1992 costituisca un provvedimento davvero utile e importante sul piano culturale per l’Italia. Questo complesso di norme riguarda i diritti, l’integrazione sociale e l’assistenza alla persona portatrici di handicap. Il Parlamento ha emanato questa legge per assistere in maniera organica e efficace le persone disabili e le loro famiglie.

La Legge 104 cerca, infatti, di occuparsi della persona disabile in tutti gli aspetti della vita. Si va dal sostegno in materia di lavoro e studio, alle agevolazioni per i trasporti e le infrastrutture. Ci sono anche importanti previsioni legate allo sport e all’ambito sanitario.

l’INPS riconosce le agevolazioni e i premessi retribuiti della Legge 104 anche a questa nuova categoria di persone

Tra le varie agevolazioni previste dalla Legge 104 una molto importante riguarda la possibilità di fruire di permessi retribuiti dal lavoro, tanto pubblico quanto privato. Questa possibilità, prevista dall’articolo 33, vale sia per la persona disabile che per i suoi familiari. In particolare, il comma 3 dell’articolo 33 prevede che il caregiver familiare disponga di tre giorni al mese di permesso retribuito. Questo permesso, che può essere anche diviso in ore, serve all’assistenza della persona disabile. Va utilizzato in maniera corretta e evitando abusi altrimenti ci possono essere importanti sanzioni.

L’INPS è intervenuto, con la recente circolare 36 del 2022, a chiarire e specificare meglio quali siano le persone che possano considerarsi familiari per la legge 104. In particolare, in passato, con la circolare 38 del 2017, l’Ente Previdenziale aveva escluso che la parte di un unione civile fosse completamente assimilabile al coniuge. Non tanto per ottenere i permessi per l’assistenza del proprio partner, espressamente riconosciuti, quanto per assistere i familiari del partner stesso. L’INPS, cioè, non riconosceva il rapporto di affinità tra parte dell’unione civile e i familiari del compagna/o.

La nuova circolare

Il Ministero del Lavoro ha, però di recente, fatto notare come questa mancata parificazione possa comportare grossi problemi di compatibilità con il diritto comunitario. Infatti, potrebbe violare il principio di non discriminazione per orientamento sessuale sancito dall’Unione Europea. L’unione civile si caratterizza, infatti, per una stabile relazione tra le sue parti e da un rapporto di condivisione di vita che necessariamente si estende anche alle rispettive famiglie.

Proprio per evitare il contrasto con il diritto europeo e la posizione del Ministero, l’INPS riconosce le agevolazioni e i premessi retribuiti della Legge 104 anche ai partner delle unioni civili. Dunque, i permessi dell’articolo 33 della Legge 104, dalla circolare 36, vanno concessi anche per assistere i parenti disabili del partner dell’unione civile. Questo sempre entro il secondo grado. Lo stesso vale per il congedo straordinario di due anni, previsto dall’articolo 42 del Decreto Legislativo 151 del 2001. Il permesso in questione va riconosciuto anche alla parte dell’unione civile che assista il parente del proprio partner.

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