L’inflazione spaventerà anche la BCE?

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La notizia del giorno riguarda il dato macro sull’inflazione europea. L’Eurostat ha confermato a settembre un rialzo su base annua al 3,4% nella zona euro.

In questo panorama sono arrivate le dichiarazioni sull’inflazione del membro del Consiglio direttivo BCE, Olli Rehn. Sebbene i fattori che la caratterizzano siano nello specifico temporanei, è impossibile negare che l’impatto dell’inflazione su famiglie e imprese ci sarà, concretamente, nel breve.

Sempre oggi, poi, è arrivata sui mercati, un’altra notizia a sorpresa: le dimissioni di Jens Weidmann. Il numero uno della Bundesbank, il 31 dicembre lascerà la sua carica. Ufficialmente per motivi personali ma a qualcuno non è sfuggita la coincidenza della data. La stessa, come detto, in cui l’Eurostat confermava il rialzo dei prezzi al consumo. Non solo, ma non bisogna dimenticare che la settimana prossima la BCE terrà la sua consueta riunione. Una BCE che, seppur non più presieduta da Mario Draghi, a suo tempo acerrimo nemico di Weidmann, è pur sempre orientata verso le politiche di sostegno all’economia e a non rivedere al rialzo la sua politica in materia di tassi di interesse. La stessa politica che il numero uno della Buba ha sempre criticato ed osteggiato.

L’inflazione spaventerà anche la BCE?

Ad ogni modo, sempre Weidmann, non ha perso l’occasione, in queste ore, per sottolineare nuovamente la sua ostilità verso misure di questo tipo. Ma visti i numeri pubblicati oggi, la domanda è d’obbligo: l’inflazione spaventerà anche la BCE? Forse potrebbe essere un timore infondato. Non più tardi di 24 ore fa, infatti, Philip Lane, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, aveva avvertito che i tassi resteranno nel range attuale fino a quando sul fronte inflazione non si vedrà un andamento stabile intorno al 2%.

In tutto questo i mercati sembrano orientati verso una chiusura promettente. Piazza Affari, ad esempio, qualche minuto dopo le 17 vantava un saldo parziale dello 0,95% in territorio positivo. Sicuramente un certo influsso è arrivato anche da Wall Street dove le trimestrali stanno dando più di una soddisfazione. Infatti già dall’inizio della settimana era chiaro che la maggior parte di chi aveva presentato i conti era riuscito a superare le attese degli analisti. L’ultimo protagonista, ad esempio, è Netflix. Il gigante televisivo non solo ha confermato, oggi, conti entusiasmanti sul terzo trimestre, ma per il prossimo futuro punta direttamente ad un aumento degli abbonati. Nonostante un rialzo localizzato delle tariffe. I numeri lo confermano: per il terzo trimestre  gli abbonati sono arrivati a 4,4 milioni e i profitti hanno registrato un livello pari a 1,45 miliardi.

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