L’ex coniuge non ha diritto solo all’assegno divorzile e alla pensione di reversibilità ma gli spetterebbe dall’INPS anche questa piuttosto importante somma di denaro

INPS

Separazione e divorzio sono momenti difficili nella vita di una persona. Ci si deve confrontare con molti problemi. Abbiamo uno stravolgimento della vita quotidiana, un cambiamento delle abitudini, la rottura della convivenza. Ci sono problematiche di tipo affettivo e personale da risolvere.  Fino ad arrivare alla gestione, a volte complessa, dell’economia della famiglia e dei figli.

Al momento del divorzio vi sono due importanti strumenti di sostegno alla sfera economica degli ex coniugi rappresentati dall’assegno divorzile e dalla pensione di reversibilità. L’assegno di divorzio ha visto la sua funzione cambiare ed evolversi nel tempo. Prima serviva a far mantenere al coniuge economicamente più debole lo stesso stile di vita che aveva in costanza di matrimonio. Oggi, invece, i giudici ritengono assolva soprattutto ad una funzione compensativa. Nel senso che nella liquidazione e quantificazione dell’assegno il giudice tiene conto del contributo economico e personale di ognuno dei coniugi alla famiglia.

Le regole previdenziali

L’altro supporto economico è costituito dalla pensione di reversibilità. Una somma di denaro riconosciuta dall’INPS che riconverte la pensione del defunto in un sussidio in favore dei familiari. Vi sono alcuni casi in cui spetta anche al coniuge divorziato. L’ex coniuge non ha diritto solo all’assegno divorzile e alla pensione di reversibilità ma potrebbe spettargli anche l’assegno sociale da parte dell’INPS. L’assegno sociale è una prestazione economica erogata ai cittadini in difficoltà economica con redditi inferiori ad una soglia annualmente stabilita. Sostituisce la pensione sociale. L’INPS eroga al richiedente 13 mensilità divise per un importo massimo di 6.085 euro l’anno (per il 2022).

In base al comma 6 dell’articolo 3 Legge 335/1995 alla formazione della soglia minima necessaria per ricevere l’assegno sociale concorrono i redditi di qualsiasi natura. Sono compresi anche espressamente gli assegni alimentari a norma del codice civile. Dunque, è evidente che esista un’incompatibilità tra assegno sociale e assegno divorzile. Se l’assegno divorzile, effettivamente ricevuto dall’interessato, supera i circa 460 euro di mensilità dell’assegno sociale, quest’ultimo non viene corrisposto dall’INPS. Se, invece, è minore di questa somma l’assegno sociale è corrisposto in misura parziale.

L’ex coniuge non ha diritto solo all’assegno divorzile e alla pensione di reversibilità ma gli spetterebbe dall’INPS anche questa piuttosto importante somma di denaro

Il Tribunale di Milano, con la sentenza 8302/2021 e in maniera coerente con la giurisprudenza della Cassazione, ha chiarito un punto importante. Quello che impedisce al coniuge di ricevere l’assegno sociale è l’effettiva percezione dell’assegno di mantenimento. Non basta all’INPS dimostrare che il coniuge divorziato ha diritto all’assegno divorzile per privarlo della prestazione sociale.

Se, infatti, l’ex coniuge obbligato è inadempiente e non versa l’assegno di mantenimento, l’ex partner avrà tutto il diritto di chiedere all’INPS l’assegno sociale. Infatti rilevano, ai fini dell’assegno sociale, i redditi effettivamente percepiti e non quelli a cui si ha diritto in teoria ma non percepiti realmente. I giudici, inoltre, fanno notare che se l’ex coniuge non riceve l’assegno che gli spetta si può trovare veramente in una situazione di bisogno economico. Per questo ha tutti i requisiti per chiedere l’assegno sociale.

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