L’Europa guarda lontano? Patto di stabilità rinviato di soli due anni

euro dollaro

La pandemia legata al Covid 19 e la conseguente crisi economica e finanziaria hanno fatto cambiare rotta a tutti i tecnocrati e dirigenti di Bruxelles. e sembra che l’Europa ora guardi lontano.

Le indicazioni che sono sempre venute da una parte della politica italiana, sono state recepite finalmente anche dalla Comunità Europea.

La frase classica che “di troppo rigore economico si può morire”, è stata, almeno per adesso, fatta bandiera dai dirigenti europei.

L’Europa reagisce alla crisi con gli strumenti economici classici. Sostegno all’economia, politica monetaria estremamente accomodante per aiutare l’eventuale ripresa, operazioni di acquisto di titoli del debito sovrano senza limiti.

Classiche politiche economiche di stampo Keynesiano

Gli annunci del Vicepresidente Valdis Dombrovskis vanno in questo senso. Egli ha dichiarato che queste politiche monetarie e finanziarie hanno mitigato l’effetto negativo sull’intera economia europea.

Il crollo del PIL europeo, grazie a questa politica, è stato inferiore del 4,5% rispetto a quello che sarebbe avvenuto senza questi interventi. Per il momento attuale, non è poco.

La Commissione Europea è sicuramente orientata a rinviare il Patto di stabilità europeo attraverso un’apposita clausola di sospensione generale per l’anno in corso e per quello successivo.

Le regole sul Patto di stabilità tornerebbero in vigore a partire dall’anno 2023.

Le politiche attuali della UE, molto accomodanti, permetteranno di dare una forte boccata di ossigeno a tutte le economie nazionali, inclusa quella italiana che è la più compromessa.

L’Europa guarda lontano. Rigore nei bilanci solo dall’anno 2023?

Sembrerebbe di sì. Purtroppo, la pandemia colpisce ancora molto forte e le varianti del virus non fanno vedere la luce in fondo al tunnel.

La ripresa del Patto di stabilità europeo tra due anni, per adesso, sembra ancora molto prematura, sarebbe, sicuramente molto più opportuno, uno suo maggiore slittamento.

I vaccini non risolveranno definitivamente il problema virus quest’anno e sicuramente neppure il prossimo anno.

L’anno 2023 dovrebbe essere l’anno di vera fase di ripresa economica, salvo altre turbolenze. Far ripartire tutto il rigore europeo sui bilanci nazionali così presto, potrebbe non essere la mossa giusta. Ed in particolar modo per quei Paesi il cui rapporto debito/PIL è tra i più elevati.

Come sempre, si deve fare riferimento al nostro Paese che è il più esposto al livello europeo a questo rapporto e come sempre, peggio di noi, vi è la sola Grecia.

Il quadro generale sulla pandemia legata al virus è ancora tutto da delineare affinché si possa stabilire a priori quando le regole sul patto di stabilità dovranno ritornare in vigore.

Consigliati per te