Letta insiste sulla riforma del Catasto e Draghi promette più equità sulla casa

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Nelle ultime battute della campagna elettorale il PD tocca il tasto più sensibile degli italiani, la casa. Stavolta si parla di Catasto, di aggiornamento di questo ente gigantesco, che non eroga una imposizione fiscale equa. E non genera un gettito sufficiente. “Siamo favorevoli a una riforma del Catasto, che lo renda più funzionale” ha detto oggi il segretario Enrico Letta ai microfoni di Rai Radio1. Draghi ci ha assicurato che non comporterà un aumento delle tasse per nessuno”. Ma sarà vero? Mentre Letta cavalca la riforma del Catasto per rastrellare voti, ecco la situazione fotografata dalla redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

Tutte le tasse che paghiamo sulla casa

E’ vero che il 70% degli italiani abita in una casa di proprietà e il 92% dispone di proprietà immobiliari. Ma quando parliamo di tasse, non dobbiamo pensare solo all’imposta di reddito del Catasto e all’IMU. Vanno aggiunte la TASI, la TARI, le imposte di registro, le ipotecarie, quelle sulle locazioni e sulle successioni. Infine le imposte sulle opere di manutenzione. Il Premier Draghi ha preso l’impegno di far approvare dal Parlamento una legge delega. Però, già alla proposta, si sono levati gli scudi. Nel raffronto con altri Paesi, in Italia l’insieme del prelievo, ricorrente e non, sulla casa tocca il 2,45% del PIL nel 2019. Si tratta di un livello superiore alla media dei Paesi dell’OECD (1,86%) e della Germania (1,09%), ma inferiore a quello francese (4,03%) e del Regno Unito (4,09%). Un ritocco della tassazione, anche se minimo, non favorirebbe la ripresa del mercato immobiliare né l’edilizia abitativa.

I governi hanno varato aggiustamenti limitati

Letta insiste sulla riforma del Catasto e Draghi promette più equità sulla casa. Dopo il voto, cosa farà Draghi per gli immobili sfuggiti alla registrazione catastale? Certamente renderà più equo il fisco sulla rendita immobiliare. Calcolandolo su parametri più realistici. In passato sono stati introdotti aggiustamenti del genere. Ma le disparità di trattamento tra immobili e immobili permangono, sia quando si deve attribuire una rendita a fini fiscali. Sia quando bisogna valutare: se in base ai vani o alla superficie immobiliare. Attenzione agli investimenti immobiliari post Covid-19. Certi di tagli medio nelle periferie urbane sono tassati più di altri di maggior valore. Serve, dunque, una riforma che elimini le iniquità. Bisognerà redistribuire i carichi a vantaggio dei meno abbienti. Bruxelles chiede di spostare la pressione fiscale dai redditi da lavoro su altro. Guarda un po’ proprio sugli immobili, attraverso l’aggiornamento dei valori catastali e la riduzione delle agevolazioni fiscali.

Letta insiste sulla riforma del Catasto e Draghi promette più equità sulla casa

Dunque un ritocco è possibile. Aumentare la tassazione sugli immobili potrebbe portare nuovi squilibri. Vale a dire zavorre che nei prossimi anni impoveriranno l’offerta di immobili. E dimagriranno il valore dell’unica ricchezza posseduta dalla maggior parte delle famiglie. Gli esperti sono preoccupati per le difficoltà croniche. Per esempio per la gestione del processo di correzione dei valori catastali nella pubblica amministrazione. E ciò specialmente a livello comunale. La ‘macchina’ è già oberata di lavoro a causa delle migliaia di sfratti fermi e da smaltire. Varie disparità di aggiornamento dei valori catastali possono, inoltre, complicare il processo di rivalutazione degli immobili. Ciò causa delle disfunzioni esistenti tra i Comuni, nonché per via di diverse esenzioni ed agevolazioni.

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