L’economia americana è compatibile con il rialzo di Wall Street?

Wall Street

 Anche oggi il PIL USA ci ha confermato che l’economia americana è compatibile con il rialzo dei mercati.

Nella misura attuale e anche di più.

Semmai i dati odierni mettono ancora di più in discussione l’atteggiamento morbido della FED sui tassi che possiamo addirittura connotare col termine lascivo.

Sì perché tre tagli dei tassi (con quello di oggi)  già effettuati  poco si conciliano con un PIL a + 1,9%!

Vediamo.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

Variazione dell’occupazione non agricola (ADP) (Ott) 125K 120K 93K
Indice PCE dei prezzi principali (3° trim.) 2,20% 2,10% 1,90%
PIL (Trimestrale) (3° trim.) 1,9% 1,6% 2,0%
Indice dei prezzi PIL (Trimestrale) (3° trim.) 1,6% 1,9% 2,6%

 PIL sopra le attese a +1,9%, Pil dei prezzi esattamente al contrario!

E come non bastasse anche la variazione dell’occupazione non agricola in aumento a 125k versus 120k attesi e 90k di un mese fa.

Dati eccellenti che confermano  assolutamente come l’economia americana è compatibile con il rialzo di Wall Street.

In un certo senso una botta per le colombe della FED, che per giustificare le proprie mosse avrebbero forse preferito dati meno positivi.

Certamente più facile immaginare il fastidio della Casa Bianca per la conferma che il ciclo economico è tuttora potentissimo.

Andamento dell’economia che rischia di rallentare in quella che per Trump è la vera ossessione: ovvero durante la futura campagna elettorale.

L’economia americana è compatibile con il rialzo di Wall Street: ora!

E’ adesso dunque il momento in cui l’economia americana è assolutamente compatibile con il rialzo di Wall Street.

E, anche nel caso dei portafogli azionari, il rischio è che sfoghino il rialzo nei prossimi mesi per poi prendersi una pausa e un’eventuale sciacquata proprio mentre “The Donald” sarà al lavoro per farsi rieleggere.

Una vera beffa per il Presidente in carica!

Specie considerando che è difficile pensare che la FED abbia smentito la propria storia agendo sui tassi in una fase ancora brillante dell’economia americana senza farsi influenzare dalle pressioni dello studio ovale.

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