Le strategie di investimento per un portafoglio sempre più internazionale

trimestrali americane

Continua la stagione delle trimestrali a Wall Street, stagione che, tra i protagonisti, oggi vede Goldman Sachs. La banca d’affari statunitense ha letteralmente stracciato le previsioni degli analisti aggiudicandosi conti da record. Profitti a +63% e 3,7 miliardi di dollari di entrate nell’investment banking. Ma nel mirino non c’è solo della stagione delle trimestrali. Sono tanti i fattori che possono spaventare oppure far gioire i listini. Da Evergrande in Cina, all’inflazione degli Stati Uniti passando per l’aumento del gas a causa, anche, dello scacchiere geopolitico tra Russia ed Europa. Proprio per questo è necessario, nel momento in cui si elabora un piano per operare sui mercati, capire quali sono le strategie di investimento per un portafoglio sempre più internazionale. Chi investe, spesso lo fa sul lungo periodo ed è estremamente importante intuire fattori come, ad esempio, la crescita futura delle grandi potenze. Ma non è detto che una parte del portafoglio non debba essere destinata ad asset focalizzati sul breve.

Le strategie di investimento per un portafoglio sempre più internazionale

Come sappiamo, la diversificazione non deve riguardare solo i settori ma anche i settori economici e il timing. In questo caso, ad esempio, da Neuberger Berman  sottolineano che nel breve ci sono segnali incoraggianti come le condizioni finanziarie ancora accomodanti o il saldo disponibile per consumatori ed aziende. Inoltre dagli USA arrivano notizie positive sull’aumento delle retribuzioni medie e, ultima notizia di queste ore, anche sui consumi. Restano anche dei punti deboli come l’ormai noto rialzo dei prezzi del gas e del petrolio, oltre che l’incertezza sull’impatto e la durata dell’inflazione.

Insomma un mosaico articolato che ha portato gli esperti di Neuberger Berman a guardare con favore ai mercati emergenti, ovviamente con le dovute cautele del caso. Ovviamente, come detto più volte, ogni portafoglio riflette le tempistiche e le esigenze di chi lo crea. Ma è anche vero che ci sono dei punti fermi per tutti. Uno fra questi è quello riguardante i dividendi. Ad esempio il dividend yield del 3,49% sulle azioni Amgen che hanno portato gli analisti di BMO Capital Markets a scegliere per il titolo un rating outperform  con target a 301 dollari. Oppure, sempre in ambito farmaceutico, il dividendo del 4,22% di Gilead Sciences scelto dagli analisti di Oppenheimer per un rating buy con target a 100 dollari.

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