Le specialità culinarie crude più amate dell’estate potrebbero causare uno spiacevole inconveniente

sushi

In estate tutti ci lasciamo andare ai piaceri della tavola soprattutto con pietanze di pesce. Purtroppo, però, possiamo incorrere in qualche problema quando il pesce non è ben conservato. Infatti le specialità culinarie crude più amate dell’estate potrebbero causare uno spiacevole inconveniente. Chi mangia carpacci di pesce spada, tonno, salmone, sushi e sashimi conosce bene i rischi di un’intossicazione. L’impiego smisurato del pesce crudo nella cucina multietnica ha elevato i rischi. Infatti questi alimenti potrebbero essere infestati da Anisakis, un patogeno largamente diffuso nel Mare Mediterraneo.

Sintomi dell’anisakidosi

L’anisakidosi gastrointestinale si manifesta a causa delle larve che invadono la mucosa dello stomaco oppure dell’intestino. Logicamente non è detto che questo spiacevole inconveniente debba avvenire per forza ma ci sono purtroppo buone possibilità.

La persona colpita da questa infezione si rende conto dopo massimo 6 ore di aver mangiato pesce infestato. Il dolore alla bocca dello stomaco è continuo e spesso si abbina anche nausea e vomito.

Nel caso in cui l’infezione si espanda all’intestino, allora i sintomi maggiori sono febbre, aumento dei globuli bianchi, vomito, diarrea e dolori addominali. Purtroppo queste spie possono manifestarsi anche 7 giorni dopo aver mangiato pesce crudo infettato.

Rischi per grandi e piccini

Purtroppo mangiare pesce crudo ha i suoi limiti. L’infezione è sempre possibile, per questo motivo conviene sempre scegliere ristoranti affidabili. Questi terribili parassiti colpiscono sia grandi che piccini perciò bisogna usare molta cautela nel mangiare alimenti di questo genere. Il patogeno riesce a rimanere nel corpo umano per non più di due settimane.

Prevenire l’intossicazione

Dunque chi proprio non riesce a fare a meno di mangiare pesce crudo deve chiedere, prima di ordinare, almeno due informazioni. Per prevenire l’intossicazione da Anisakis è importante il congelamento e la cottura di pesci e molluschi.

Il corretto impiego di pesce e cefalopodi freschi è basilare. Infatti in caso di consumo crudo o marinato, quindi non completamente cotto, il prodotto deve essere congelato ad una temperatura di -18 °C per almeno 4 giorni.

Perciò bisogna mangiare sushi, sashimi, carpacci, pesce affumicato a freddo e pesce marinato solo ed esclusivamente dopo che il prodotto ha subito questo trattamento. Un’altra soluzione per ridurre al minimo i rischi è togliere le viscere dal pesce prima possibile.

Infine la cottura del pesce a temperatura superiore di 60 gradi per almeno 10 minuti consente la certezza di aver ucciso le larve.

L’uso dell’abbattitore

Giusto per completezza di informazione, i ristoranti e le pescherie hanno l’obbligo anche di usare il cosiddetto abbattitore in grado di indurre un rapidissimo abbassamento della temperatura inferiore a -20 °C per almeno 24 ore.

Le specialità culinarie crude più amate dell’estate potrebbero causare uno spiacevole inconveniente

Ebbene, sono solo queste le strade utili per evitare un’intossicazione post mangiata di pesce crudo.

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