Le previsioni degli analisti sul prossimo crollo dei mercati

WALL STREET

Di qualche giorno fa la notizia di un report riguardante lo studio di tre ricercatori dell’Università di Harvard sulle probabilità di una bolla a Wall Street. Un report che, in realtà, rispecchia le paure che si stanno insinuando tra gli osservatori. Infatti recentemente si sono accesi i fari sulla piazza di scambio statunitense che ormai da tempo è in fase di rally e che, tra l’altro, ha rivisto i propri massimi storici proprio nelle ultime sedute.

Wall Street tra ottimisti e pessimisti

Le previsioni degli analisti sul prossimo crollo dei mercati si dividono tra ottimisti e pessimisti. Da un lato gli esperti di Jefferies parlano di buoni presupposti per vedere una ripresa economica come non accadeva da oltre 40 anni in USA. Il petrolio, con le sue quotazioni in ripresa, potrebbe essere una spia. Dall’altra, invece, si schierano gli scettici. Un esempio arriva da Berenberg i cui analisti sottolineano proprio la dicotomia, sempre più frequente, tra economia reale in crisi e mercati ai massimi. In quest’ultimo caso i numeri sono la prima delle conferme. Dal crollo di marzo 2020, quando ci fu lo scoppio della pandemia, L’S&P 500 ha registrato un aumento del 75% mentre il Nasdaq è arrivato a sfiorare il +100%. Parallelamente, però, la situazione economica non sembra essere migliorata. O per lo meno, saranno necessari anni per riuscire a riportare il tutto alla normalità.

La view di Berenberg

Una dicotomia che si fa evidente se si considerano le tante incertezze all’orizzonte. Le  previsioni degli analisti sul prossimo crollo dei mercati diventano, perciò, un elemento che bisogna valutare. Anche perché finora i mercati hanno retto anche grazie alle Banche Centrali che con le loro politiche accomodanti hanno dato una spinta non indifferente. Oltre a rassicurare gli operatori. Ma, fanno notare da Berenberg, cosa succederà quando e se gli istituti centrali inizieranno a cambiare rotta e rallentare i rispettivi acquisti? Una piccola consolazione arriva dalla tempistica: si tratta di timori che arriveranno tra molto tempo. Infatti FED e BCE come anche tutte le altre maggiori Banche Centrali, non sembrano avere la minima intenzione di cambiare le carte in tavola.

Ad ogni modo, dal Covid in poi fino alle possibili varianti che potrebbero mettere a rischio la ripresa, il panorama appare fragile. Il tutto passando per i vari piani di aiuto e di stimolo, in primis quello voluto dalla FED statunitense, che potrebbero avere forti ripercussioni sui debiti e sull’inflazione. Per questo motivo la paura di una bolla sui mercati sta iniziando ad insinuarsi.

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