Le nuove prospettive sui mercati azionari tra rischi ed opportunità

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Oggi la Cina ha rallentato i mercati. Il suo Prodotto Interno Lordo non è stato all’altezza delle aspettative. Anzi, per la precisione il crollo è addirittura peggiore di quanto si prospettasse inizialmente. Tradotto in numeri si parla di un 4,9% nel terzo trimestre che è quasi la metà di quel 7,9% visto nel secondo. Una batosta per gli indici internazionali che già in mattinata hanno aperto le trattative con il freno tirato. Ma la seconda, e per certi versi già prima, potenza mondiale, non sarà il solo ago della bilancia per i prossimi anni. Non si tratta solo della potenza asiatica. Le nuove prospettive sui mercati azionari tra rischi ed opportunità devono tener conto di una nuova realtà che si sta profilando all’orizzonte. La sfida sul clima, oltre ad un vero e proprio cambio degli equilibri mondiali, avranno un peso preponderante nelle future scelte di mercato. Una regola che dovrà osservare anche chi vorrà investire sui mercati.

Partendo da quanto intuibile già da ora e cioè crisi delle materie prime e degli energetici ed inflazione in aumento, è facile dedurre che la volatilità sui mercati, in particolare sull’azionario, sarà presente ancora per qualche tempo.

Le nuove prospettive sui mercati azionari tra rischi ed opportunità

Le nuove parole d’ordine saranno senza dubbio elementi come: sostenibilità, green economy, cyber security. MA anche gestione e razionalizzazione delle risorse. In particolare quelle vitali. Tutto questo impatterà indubbiamente sulle performance dei titoli e sulle scelte di investimento. Da Natixis Investment Managers Solutions guardano ai fattori positivi presenti tra mercati ed economia. Tra questi una domanda repressa che potrà concretizzarsi facilmente in consumi, anche grazie alla liquidità ancora abbondante in mano a chi vorrà spendere. Fondamentalmente, quindi, la ripresa potrebbe contare su pilastri forti, a loro volta aiutati anche dalla presenza delle Banche centrali. Da qui, stando alle loro previsioni, una crescita degli utili ancora presente e attiva sui mercati. Crescita che però, in casa di Allianz Global Investors è vista come solida, sebbene più moderata rispetto al passato. Andando oltre le varie analisi, una conferma sul ruolo attivo degli Istituti centrali, arriva anche da un recentissimo sondaggio di Deutsche Bank.

Secondo i numeri pubblicati dalla banca tedesca e riguardanti il sentiment di mercato di oltre 600 professionisti a livello mondiale, il 42% prevede che la FED continuerà a restare accomodante, sul fronte dei tassi ancora per tanto tempo. Solo il 33% pensa ad una stretta nel prossimo futuro. Ben più alte, invece, le cifre per la BCE. In questo caso è ben il 46% degli intervistati che prevede la Banca centrale europea come accomodante. Solo il 21% vede un cambio di rotta. La Banca giudicata più aggressiva? Quella d’Inghilterra con un 45% degli intervistati che vede la BoE in atteggiamento da “falco”.

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