Le misure per le imprese del secondo decreto Cura Italia

Le misure per le imprese del secondo decreto Cura Italia

Spetterà al secondo decreto Cura Italia adottare misure per le imprese, scontrandosi con una vera “patata bollente”. Considerati i rilevanti contraccolpi economici che le imprese italiane stanno subendo a causa dell’emergenza sanitaria, non poteva mancare un intervento serio anche in loro favore. Al vaglio del Governo, sul punto, vi sono una serie di scelte volte a potenziare il Fondo di Garanzia per le PMI. Si tratterebbe di un maxi prestito con garanzia fino al 100% per le realtà con meno di 500 dipendenti. In particolare, l’intervento dovrebbe articolarsi in tre fasce e verrà erogato attraverso le banche. In primis, si avrà una garanzia pari al 100%, per i prestiti fino a 25.000 euro, senza valutazione del merito del credito.

A seguire, per i prestiti fino a 800.000 mila euro, è  prevista una garanzia al 100%, pero’ con valutazione del merito del credito. In questo caso, il prestito dovrà  essere restituito in 6 anni e il “merito del credito” fonderà su dati economico-finanziari e sull’andamento dell’impresa. La terza fascia riguarda le imprese di più grandi dimensioni e prevede una garanzia al 90%, per un prestito fino a 5 milioni di euro, che può  arrivare al 100% con la controgaranzia Confidi. Per I prestiti per cui è  prevista la valutazione, questa, presumibilmente, spetterà  alla SACE. Pertanto, non sara’ la banca a decidere dell’erogabilità del prestito, ma, appunto, la società italiana del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo – finanziario.

Le misure per le imprese  e le modalità di irrogazione del prestito

Spetterà, dunque, al secondo decreto Cura Italia, emanare le misure a sostegno delle imprese italiane. Considerata la situazione, poichè la liquidità avrà un senso in quanto sarà immediata, ciò che sta preoccupando maggiormente e’ garantire rapidità nelle procedure di accesso al credito. Si vuole evitare, cioè, che le domande incorrano nello stesso blocco verificatosi per quelle inoltrate all’Inps. Infatti, le richieste presentate on line per l’ottenimento del bonus di 600 euro, hanno fatto andare in tilt il sistema per il loro eccessivo addensamento. Per questa ragione, si è  stabilito di rimettere la valutazione circa il merito del credito, necessaria per i prestiti da 800 mila euro a 5 milioni ad un organo, quale il SACE, esterno alle banche. Inoltre, si è ritenuto opportuno non prevedere alcun costo di istruzione delle pratica e snellire la burocrazia.

In più, sembra che l’erogazione del credito sarà immediata, dovendo la banca guardare solo ai dati economico-finanziari. Infine, nell’ottica della semplificazione, la valutazione antimafia sarà  successiva al prestito. Pertanto, l’efficienza della misura si sconterà, proprio, sul piano della maggiore semplicità  e celerità di ottenimento del credito. Ed è proprio su questa necessità  che si sta protraendo la disputa tra i vertici di potere.

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