Le due storie dell’euro..La verità che dovresti sapere

Portofino

Spesso quello che ci viene raccontato su determinate vicende, soprattutto quelle storiche, ed in particolare quelle economico-finanziarie, non sempre corrisponde a verità, o quanto meno…..
Esiste spesso una versione formale, ufficiale, di certi fatti, ad uso e consumo soprattutto di stati, che così cercano di nascondere i loro veri interessi, interessi che sono sempre, o quasi sempre, di natura economica.

E poi esiste una storia vera, fatta di rilevanti interessi economici nazionali.
E’ il caso dell’euro.

Proprio per squarciare il velo di ipocrisia dominante su questo tema, proiezionidiborsa.com ha deciso di regalarti questo report, che intende rispondere ad alcuni scottanti temi di attualità:

• Le ragioni dell’euro: la versione ufficiale
• Le vere ragioni e gli interessi economici effettivi che hanno portato alla creazione della moneta unica
• Perché l’euro ti riguarda da vicino: la crisi economica attuale
• Perché riformare i trattati alla base dell’euro può salvarci dalla
crisi.

Le ragioni dell’euro: la versione ufficiale
Ma procediamo con ordine e consideriamo come siamo arrivati alla moneta unica europea.
A parte considerazioni politiche e finanziarie di ordine vario, su cui non vale la pena soffermarsi, potremmo sintetizzare le ragioni della nascita dell’euro, la moneta unica europea, per come ci è sempre stata raccontata questa storia, soprattutto con riferimento all’esigenza di prevenire attacchi speculativi contro le singole monete nazionali.
In effetti, quando ancora l’euro non esisteva, i rapporti valutari si basavano sulle monete nazionali, e spesso capitava che contro quelle dei sistemi economici, considerati più deboli, si scatenassero crisi speculative.
In particolare, la lira veniva spesso deprezzata, sui mercati finanziari, soprattutto rispetto al marco.

Ma quali erano le conseguenze di queste svalutazioni?

Come spesso capita, non tutto il male vien per nuocere….

Avere una moneta più debole, infatti, consentiva una maggior competitività dei nostri prodotti sui mercati internazionali, quindi con una moneta più debole, l’Italia riusciva ad esportare di più, e ne traeva un indubbio beneficio anche la nostra crescita economica.
A sua volta, questa crescita economica determinava una maggior base imponibile, e quindi anche le entrate fiscali ne beneficiavano.

Il tutto a scapito di altri paesi, in particolare Francia e Germania.

Infatti, i paesi con una moneta forte, segnatamente Germania, ma anche Francia, avevano molte difficoltà a piazzare i loro prodotti, che risultavano meno competitivi e, quindi, meno commercializzabili, sul piano internazionale.
Quando si è sviluppata l’idea di una moneta unica, si sono sostenute le ragioni di tale prospettiva, soprattutto con riferimento alla necessità di evitare attacchi speculativi contro le singole monete nazionali, e si è sostenuto che l’unione monetaria avrebbe portato ad una moneta sicuramente più forte.

Tutto questo rappresenta la storia ufficiale, ma ha avuto anche diverse conseguenze tutt’altro che positive.

Per arrivare ad una moneta unica, è stata necessaria una sorta di armonizzazione delle politiche nazionali, che ha portato ad una riduzione della sovranità nazionale, per cui:
1) la politica monetaria viene gestita solo dalla BCE, che programma incrementi o decrementi della base monetaria, con meccanismi tecnici, cosiddette operazioni di mercato aperto, il tutto finalizzato non alla crescita economica, ma solo al controllo dell’inflazione
2) i parametri di bilancio sono dettati da trattati europei, in particolare i famosi parametri debito/pil e deficit/pil
3) il rigore imposto da questi trattati impone di destinare sempre più risorse finanziarie al contenimento del debito pubblico, sia tramite tagli di spese, che aumenti della pressione fiscale, così da ridurre drasticamente le risorse destinate alla crescita ed allo sviluppo economico
4) L’attuale crisi economica, non diciamo che è stata provocata dall’euro, ma sicuramente i limiti alle politiche economiche, imposte a livello europeo, non consentono molti margini per una situazione di ripresa economica
5) In effetti, senza crescita economica, tutto rischia di essere destinato solo al risanamento del bilancio pubblico, e questo provoca, o quanto meno contribuisce a provocare, una situazione di recessione economica, peraltro aggravata da situazioni di grave iniquità.

Ma allora, vista questa situazione, perché si è voluto l’euro?

Le vere ragioni e gli interessi economici effettivi che hanno portato alla creazione della moneta unica

Come abbiamo detto sopra, esiste anche una serie di ragioni diverse da quelle ufficiali, che hanno portato alla creazione dell’euro.
Si tratta soprattutto degli interessi franco-tedeschi, che hanno spinto per avere una moneta più forte a livello europeo, ma anche, e soprattutto, per rendere più competitivi i loro prodotti a livello europeo e vendere di più.

Infatti, il venir meno di monete nazionali, come la lira, ha comportato che non potessero più verificarsi le classiche crisi speculative intraeuropee di una volta e, quindi, ne è nato un maggior livellamento tra i prodotti di paesi europei.
Se una volta, quand’era ancora in vigore la lira, c’era ad esempio una maggior facilità di commercializzare una vettura come la Fiat, sui mercati europei, invece dopo l’introduzione della moneta unica, si è visto un significativo incremento di vendite di vetture francesi e tedesche.

Questo livellamento ha quindi portato indubbi vantaggi alla commercializzazione per l’economia francese e per quella tedesca, anche se hanno fatto i conti, come dire…, senza l’oste.

Infatti, non si è sufficientemente considerato che, a fronte di un maggior sviluppo di certi mercati a favore di francesi e tedeschi, la minor crescita economica di altri paesi, come l’Italia, avrebbe comportato seri problemi di tenuta del debito pubblico, debito che solo un certo livello di crescita consente di sostenere, per via delle entrate fiscali che ne derivano.

Questo ha quindi comportato problemi di tenuta della moneta unica sui mercati, e particolari problemi in Italia, dove la necessità di trovare sempre maggiori risorse per il debito pubblico, comporta una minor crescita economica.
Come dicevamo, una volta era anche possibile ricorrere a strumenti di politica economica, ora non più consentiti agli stati nazionali, come la stampa di banconote e conseguente creazione di base monetaria.
Questa politica, invece, ora non è più possibile.
E’ solitamente considerata deleteria, in quanto creerebbe inflazione, ma la realtà è un po’ diversa.
Ma torneremo su questo punto nel prosieguo del presente report.

Perché l’euro ti riguarda da vicino: la crisi economica attuale

Sicuramente, l’attuale crisi economica ha impattato negativamente sulla realtà di singoli e società, e la vera causa di tutto questo è soprattutto da ascrivere all’assenza di crescita.
Ora, dal momento che la crescita economica dipende in certa misura anche dal tipo di politiche economiche attuate da un governo, se quest’ultimo non può più disporre liberamente di vari strumenti, che invece potrebbe finalizzare alla crescita, allora possiamo dire che i trattati istitutivi dell’euro, nel porre tutte queste limitazioni alla sovranità economica, sono tra i responsabili proprio dell’attuale situazione di crisi.
Ecco perché far parte di un sistema economico con un unico sistema monetario ci riguarda da vicino.

Limitazioni della sovranità economica, impossibilità di ricorrere a determinate soluzioni, possono condizionarci pesantemente.
Non è un caso se possiamo annoverarci tra coloro che hanno sempre considerato criticamente l’introduzione dell’euro, e che ritengono, tuttora, che l’uscita dal sistema della moneta unica, pur a fronte di possibili crisi speculative, potrebbe risolvere molti problemi, proprio a partire da quello del debito pubblico.

Come?

Perché riformare i trattati alla base dell’euro può salvarci dalla crisi

Anche senza porre necessariamente fine alla moneta unica, comunque una riforma dei trattati europei, nel senso di consentire una maggior sovranità nazionale nel campo delle politiche economiche, potrebbe ad esempio rappresentare anche una soluzione ai problemi della finanza pubblica.
Vediamo come: oggi tutte le soluzioni ai problemi della finanza pubblica sembrano incentrate sul binomio aumento delle entrate/riduzione delle spese.

Ma ridurre la spesa pubblica pare spesso più uno slogan politico, che altro.
Gran parte è fatta di stipendi e pensioni, quindi……quanto si ridurrebbe la spesa, anche volendo tagliare stipendi e pensioni?
E gli enti pubblici: si parla di abolire la provincia, ma, domando io, lasciando a casa i funzionari, o solo i politici?
Insomma, a molti il tentativo di questo governo pare davvero una barzelletta:
governo fatto da tecnici, che chiama un super tecnico (Bondi). Il tutto per poi rivolgersi agli italiani…domandando consigli in tema di cosiddetta spending review.

Meno male che questo doveva essere il governo salvifico dei mirabili tecnici.
E comunque, ripetiamo che una politica fatta di tagli e di tasse provoca recessione, non certo sviluppo economico.

Detto questo, va invece sottolineato l’utilizzo di uno strumento di politica economica ormai quasi dimenticato, cioè la politica monetaria, passando attraverso una profonda rivisitazione dei trattati europei.
Dico questo, perchè significa anche che, mal che vada, piuttosto che andare in default, credo che forse si deciderebbe proprio di arrivare ad una soluzione di questo tipo, come spiego tra poco.
Tra l’altro, occorre anche dire che poter agire solo tramite politiche di bilancio significa, ad esempio, non consentire alle strutture ospedaliere di saldare i debiti con i propri fornitori.
E si arriva, così, alla minaccia di questi ultimi di non procedere ai rifornimenti di quanto necessario, compresi farmaci importanti, come gli antitumorali.
Qualcuno dirà: riguarda la Grecia. Non solo, riguarda già anche alcune regioni italiane.
Un altro esempio, quindi, di come certe situazioni ci riguardano molto da vicino.
Venendo a considerare possibili rimedi, da premettere che non bisogna sicuramente abusare di certi rimedi.
Del resto, ogni medicina va presa a giuste dosi, ma un conto, appunto, è abusare dei farmaci, un conto è dimenticarsene completamente, perchè in passato se ne abusò.
Ecco, dunque, a cosa ci riferiamo:
il fatto che la gabbia europea è proprio quella che ci impedisce di risolvere il problema.
Tutto viene imposto nella logica del bilancio da far quadrare, ma ci sarebbe anche la politica monetaria, di cui ci siamo dimenticati.
Con un esempio riesco forse a farmi capire meglio:
immaginiamo che il valore complessivo dei beni e prodotti realizzati in un paese ammonti a 1000 miliardi.
Ipotizziamo che in una fase economica negativa questo valore non cresca.
Se lo stato potesse applicare questo principio: stampare moneta, da destinare a proprietà dello stato stesso, senza neppure necessità di emettere titoli di stato?
Ovviamente economisti classici alla Monti direbbero:
guai..si crea inflazione.
Ed infatti se, ad esempio, aumentasse del 5% la massa monetaria, allora avremmo un quantitativo di denaro maggiore del 5% a rappresentare lo stesso valore di beni e servizi di prima.

Quindi logico pensare ad un deprezzamento della moneta.

Tuttavia, il maggior quantitativo di denaro in circolazione stimolerebbe una maggior produzione di beni e servizi, il cui controvalore controbilancerebbe, almeno in parte, il maggior quantitativo di denaro.
Peraltro, un’inflazione controllata sarebbe positiva, molto più che una situazione di deflazione.

Quindi, perchè non consentire di stampare moneta, da destinare all’ammortamento dei titoli del debito?
Con un 5% in circa 10 anni si dimezzerebbe il debito pubblico, senza necessità di imposte, eccetera.

Anzi, parte di questo denaro, entrando nel circolo economico, stimolerebbe la crescita.
La verità è che la Germania ha terrore di tornare al periodo di Weimar, quando un’inflazione devastante contribuì alla crisi tedesca, da cui derivò il nazismo.

Possibile, tuttavia, che tutti noi dobbiamo essere succubi delle fobie tedesche?

NON si afferma, in questa sede, di stampare a man bassa, ma in modo controllato.
Anche l’acqua, se ne bevi tanta, ti fa fare indigestione, eppure continua ad essere elemento vitale.
La Merkel, a forza d’indottrinarci, ha saputo farci dimenticare che non esistono solo strumenti di politica di bilancio, ma anche la politica monetaria, che potrebbe salvarci.
Invece, ora, questa politica monetaria di creazione di moneta compete solo alla BCE, che ha come obiettivo non la crescita, ma il contenimento, guarda caso, dell’inflazione.
Credo, comunque, che piuttosto che andare in default, si deciderebbe di ritornare ad una creazione di base monetaria su base nazionale, correlata a diversi parametri.
In ogni caso, questa crisi ci ha insegnato che senza sviluppo economico, è difficile gestire le politiche di bilancio, sopratutto se non disponi di un’adeguata politica monetaria.

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