Le cartelle esattoriali ricevute da questa PEC sono nulle

Agenzia delle Entrate

Quando una cartella esattoriale viene inviata tramite posta elettronica certificata, la maggior parte delle persone si concentra sul contenuto della comunicazione senza badare al mittente. Eppure proprio questo particolare può rendere nulla la notifica della cartella esattoriale: ecco perché le cartelle esattoriali ricevute da questa PEC sono nulle.

Quando viene considerata nulla

Affinché una cartella esattoriale inviata tramite PEC sia considerata valida, deve essere certo il mittente.

La PEC ha valore legale. Ed è assolutamente equiparabile ad una raccomandata con ricevuta di ritorno. Ma proprio per questo motivo esistono delle regole ben specifiche per il suo invio.

Ad esempio, l’indirizzo di chi invia la posta elettronica certificata deve essere presente in un elenco pubblico (Legge 21 gennaio 1994, n. 53 art. 3-bis). Altrimenti si può ritenere nulla la cartella esattoriale.

Capita spesso, infatti, che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invii le comunicazioni da un indirizzo sbagliato. E che non sia, quindi, compreso negli elenchi degli indirizzi di posta elettronica certificata individuabili.

Esistono, a tal proposito, diverse pronunce della magistratura che hanno dichiarato nulle o perfino inesistenti delle cartelle esattoriali che sono state inviate da indirizzi errati.

Vale dunque la pena verificare con attenzione, prima di pagare, se la PEC mittente appartiene all’elenco degli ammissibili. Oppure no.

Le cartelle esattoriali ricevute da questa PEC sono nulle: come controllare se l’indirizzo del mittente risulta da pubblici elenchi

Per controllare se l’indirizzo del mittente è ritenuto valido o meno esiste un modo molto semplice e immediato.

Bisogna andare sul sito dell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (abbreviato “iPA”), gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Questo sito è il database che racchiude l’elenco pubblico ufficiale di tutti i domicili digitali della Pubblica Amministrazione. Nonché dei gestori di pubblici servizi.

Gli indirizzi PEC indicati su questo sito sono quelli che i privati e le aziende devono utilizzare per comunicare con la Pubblica Amministrazione. Inoltre, sullo stesso sito, si possono trovare i codici degli uffici di fatturazione elettronica delle Pubbliche Amministrazioni.

Nel caso in cui l’indirizzo da cui proviene la cartella esattoriale non è compreso nell’elenco dell’iPA, è possibile impugnare l’atto. E ciò entro i canonici 60 giorni dal momento del ricevimento della PEC.

Consigliati per te