Dopo un ottobre molto “orso” in cui sia dati macroeconomici positivi che negativi hanno sortito lo stesso effetto ovvero di non frenare il ribasso, pare che a novembre si stia tornando alla normalità dei mesi precedenti.
Ovvero listini di borsa che gradiscono la positività e ignorano la negatività i dati macroeconomici.
Scenario ancora tutto da confermare e da verificare ma di cui intanto prendiamo nota visti gli scadenti dati macroeconomici pubblicati oggi:
Indice dei prezzi all’Importazione tedesco (Annuale) (Set) | 4,4% | 4,6% | 4,8% |
Bilancio del budget del governo francese (Set) | -87,1B | -97,3B | |
Vendite al dettaglio Svizzera (Annuale) (Set) | -2,7% | -0,2% | 0,5% |
Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero spagnolo (Ott) | 51,8 | 51,0 | 51,4 |
Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero italiano (Ott) | 49,2 | 49,7 | 50,0 |
Indice PMI manifatturiero francesi (Ott) | 51,2 | 51,2 | 51,2 |
Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero tedesco(Ott) | 52,2 | 52,3 | 52,3 |
Indice PMI manifatturiero UE(Ott) | 52,0 | 52,1 | 52,1 |
Pare che sia tornato in auge il ragionamento base che ha sostenuto l’umore degli operatori da quando il QE è entrato in scena: dati macroeconomici negativi o comunque fiacchi , uguale a politica monetaria che resterà espansiva a lungo.
Viceversa in caso di dati macroeconomici postivi si avevano comunque le spalle coperte dal QE in corso a prescindere.
Ora però la situazione è cambiata : negli Stati Uniti la FED ha già ripreso ad alzare i tassi mentre in Europa la BCE non arriverà a tanto ma, pur con lo spread BTP/BUND tornato alquanto ballerino, ha confermato per bocca di Draghi che il QE europeo si fermerà con dicembre 2018.
Ci si chiede: venuto meno il sostegno del QE cosa potrà mantenere il buon umore sui mercati se saranno confermati dati scadenti e diffusi come quelli pubblicati sopra? Non certo l’unico fattore positivo odierno dei direttori degli acquisti spagnoli.
A fronte di dati macroeconomici pessimi sia in Germania che in Italia ( da noi siamo addirittura sotto la soglia critica di 50!), i Direttori degli acquisti sono infatti usciti sotto il consensus, viene da dubitare che le borse continueranno a lungo ad ignorare quella che può diventare una significativa fase di rallentamento del ciclo economico.
La stagionalità tipicamente rialzista (non sempre però) di fine anno e l’ancoraggio al più solido ciclo economico americano restano i veri ancoraggi per evitare nuove imponenti fasi orso sui listini europei in particolare. Reggerà l’America nonostante le crudezze di Trump?