Le Borse sbandano poi recuperano e Piazza Affari primeggia ma un grosso pericolo aleggia sui mercati

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Le Borse per ora schivano il pericolo ma la tempesta perfetta è in agguato. I listini europei, dopo un avvio pesante, nell’arco della giornata hanno recuperato il terreno perduto chiudendo vicino alla parità. Anche l’avvio positivo di Wall Street, che si prepara al FED-day, ha facilitato il recupero dei prezzi. Domani la Federal Reserve deciderà sul livello dei tassi di interesse. Gli analisti danno per scontato che ci sarà un rialzo dello 0,25%.

Oggi poteva essere un’altra seduta da incubo. Sicuramente lo è stata in Cina, dove i listini hanno chiuso con perdite attorno al 5%. Eppure alcuni dati economici diffusi oggi mostrano che l’economia della Cina è in deciso recupero. Le vendite al dettaglio del Paese relative ai mesi di gennaio e febbraio sono balzate del 6,7% su base annua, superando ampiamente la crescita stimata del 3%.

Adesso i cinesi hanno paura che una nuova ondata di contagi blocchi nuovamente la crescita interna. Ieri sono scattate misure di restrizione massima per 17 milioni e mezzo di cinesi. Se il contagio si allargasse ci sarebbe il rischio di nuovi estesi lockdown nel Paese, con gravi ricadute per l’economia.

Le Borse sbandano poi recuperano e Piazza Affari primeggia ma un grosso pericolo aleggia sui mercati

L’avvio in calo delle Borse europee ha rispecchiato questo timore. In Europa si va verso l’abbandono delle restrizioni, ma i contagi stanno risalendo. In Italia, dopo una costante discesa tra gennaio e febbraio, da qualche giorno il numero dei contagiati sta risalendo.

L’avvio pesante delle Borse in Europa nasconde un timore latente del mercato. Una nuova ondata di contagi potrebbe sommarsi alle conseguenze dell’inflazione e della guerra, rallentando la crescita economica nel Vecchio Continente. Nel mese di gennaio la produzione industriale della zona euro è rimasta al palo rispetto al mese di dicembre. Gli analisti si attendevano un rialzo dello 0,1%. Su base annua la produzione segna un calo dell’1,3% contro un incremento del dato precedente del 2,0%.

Sono dati allarmanti. Il rischio è che la guerra tenga alti i prezzi delle materie prime a fronte di un calo della crescita economica. Se questo scenario si verificasse, l’Europa cadrebbe nella stagflazione. Si spiega in questo modo il calo violento del prezzo del petrolio. Esattamente una settimana fa il future sul crude oil WTI, il greggio USA, aveva raggiunto quasi i 130 dollari. Oggi lo stesso contratto ha toccato un minimo a 94 dollari. Se gli operatori stimano un calo della crescita mondiale, probabilmente metteranno in conto anche un minor consumo di petrolio e quindi vendono.

A Piazza Affari svetta Atlantia

Le Borse sbandano poi recuperano e alla fine della seduta l’indice Euro Stoxx 50 ha chiuso con un calo dello 0,1%. La Borsa tedesca è calata dello 0,1%. Parigi ha perduto lo 0,2% e la Borsa di Londra ha registrato la stessa perdita. La Borsa di Milano ha chiuso con un rialzo dello 0,3%. Il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha chiuso a 23.499 punti.

Sul nostro listino un po’ di acquisti sono tornati sui bancari. Il titolo migliore tra le blue chip è stato Atlantia, che ha guadagnato quasi il 3%. Gli operatori hanno spinto sugli acquisti perché ASPI, Autostrade per l’Italia, ha chiesto il patteggiamento per il crollo del ponte Morandi.

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