Le borse non crolleranno: i motivi

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Settimana segnata ma le borse non crolleranno.

Dopo un venerdì così pesante che ha visto gli indici americani accusare la peggiore perdita giornaliera del 2019 la settimana che sta per arrivare è segnata.

Difficilmente le borse non accuseranno nuove fasi di debolezza se non addirittura un ulteriore tonfo giornaliero.

Allo stesso tempo però pensare a una vera e propria duratura inversione ribassista al momento risulta fuori luogo e semmai prematuro.

Le cause di un tonfo sulle borse come non si vedeva da un po’

Il tonfo  stato innestato dai deludentissimi dati macroeconomici tedeschi, in particolare il PMI.

Evidentemente però le borse erano già predisposte a subire, dopo tanto tempo che ciò non accadeva, un contraccolpo così pesante a seguito di un dato macro negativo.

L’innesco probabilmente è composto da due fattori:

1 la view modificata della FED che da un approccio ultra ottimistico con tanto di due/tre rialzi dei tassi previsti nel 2019 è passata a un approccio molto più cauto.

Tanto da cancellare l’ipotesi di nuovi rialzi dei tassi per tutto quest’anno;

2 sia la FED che la BCE hanno impostato manovre di sostegno all’economia ma di fatto non le hanno avviate. Per cui gli operatori spingono al ribasso i prezzi quasi come per costringere le banche centrali ad attivarsi subito ed ora senza attendere.

E in questo senso i dati macro negativi danno loro una mano.

Le borse in ribasso: cosa fare?

Mettersi al ribasso potrebbe risultare pericoloso.

Con la FED che potrebbe tagliare i tassi da un momento all’altro il rischio è molto alto.
Anche perché basterebbe una dichiarazione di intenti in tal senso a scatenare nuovamente il toro. E il presidente della FED di Chicago Evans parlerà di domenica

Meno ridondante l’effetto del TLTRO europeo ma anche qui la BCE potrebbe spingersi ad anticipare i tempi rispetto al settembre preventivato.
E poi non è detto che dati pessimi come il richiamato PMI tedesco non siano stati il picco di negatività del ciclo economico…

Settimana volatile: confermerà la nuova sensibilizzazione ai dati macroeconomici?

Già lunedì l’economia tedesca avrà la possibilità di confermare o smentire i propri affanni correnti con il dato sull’IFO.

In ogni caso dopo la buriana trascorsa sarà interessante verificare se la nuova fase di sensibilizzazione ai dati macroeconomici è stata un caso o se potrà accompagnare le borse sino a nuovo ordine.

Certo è che era da tempo che non capitava di vedere dati macro capaci di invertire il trend dei prezzi sul mercato come accaduto venerdì…

Occhio perché la cosa, a cominciare dal richiamato discorso di Evans di domenica, potrebbe essere bidirezionale. Ovvero non solo portatrice di ribassi…

Le borse e Francia fastidiosa

Martedì il PIL francese ce lo attendiamo affaticato, d’altronde già le attese a 0.3% sono basse.
Piuttosto stupisce l’attacco di Macron all’accordo “Via della seta” tra Italia e Cina visto che la Francia da anni ha siglato un simile trattato con Pechino.
Incredibile la faccia tosta di questo personaggio.

Tornando ai dati: l’immobiliare USA del pomeriggio non credo sarà capace di sconvolgere lo scenario già delineatosi.

Draghi sotto i riflettori mercoledì.

Per mercoledì non sono previsti dati macroeconomici significativi.
Parlerà però Mario Draghi e credo sia difficile, nel caso le borse fossero ancora in affanno, che il Presidente della BCE vada a buttare altra benzina sul fuoco. Anzi!

Fuochi d’artificio tra giovedì e venerdì.

A maggior ragione se la volatilità non sarà rientrata nella norma i fuochi d’artificio sui dati in uscita ce li attendiamo per il fine settimana.

Giovedì il PIL USA ci chiarirà se la FED pessimistica letta da molti operatori era un eccesso ovvero se invece davvero l’economia americana sta frenando oltre le attese.

Così come venerdì i dati occupazionali tedeschi, sin qui punto forte di Berlino, confermeranno o smentiranno la crisi che per molti sta conducendo la Germania in recessione.

E per le borse europee non sarà lettura da sottovalutare…tutt’altro!

 

 

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