Le banche d’affari e la Brexit nei prossimi 6 mesi

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I prossimi sei mesi saranno molto delicati per l’Europa. Con la Brexit in primo piano e con le tante incognite all’orizzonte. Cosa dicono le  banche d’affari?

La situazione in Europa

Come visto oggi, la Brexit è tornata alla ribalta con l’accordo tra Ue e UK sulla prossima data dell’addio di Londra: 31 ottobre. Ma le molte incertezze sulla questione, lasciano le banche dubbiose sui prossimi sviluppi. In particolare politici. Infatti per UBS il pericolo peggiore potrebbero essere le dimissioni del premier inglese Theresa May.

Dimissioni che arriverebbero dopo l’ennesimo tentativo di far passare il testo dell’accordo votato dall’Unione europea, in caso di una mancanza di altra intesa sostitutiva.

Per quanto riguarda la questione economica, lo spostamento della data potrebbe provocare problemi a imprese e consumatori.

Le prime non avrebbero fiducia negli investimenti da fare in Gran Bretagna, i secondi, invece, su quanto potrà accadere al paese e allo status giuridico di chi, non inglese, si troverà in Gran Bretagna al momento dell’addio.

La view sulla sterlina

Ma per Commerzbank anche la sterlina sarà da monitorare. La banca tedesca ricorda che, con la nuova data, la Gran Bretagna sarà obbligata a partecipare al prossimo turno delle elezioni parlamentari europee. Un obbligo che, però, non farà altro che aumentare le divisioni interne alla nazione. Per evitare una partecipazione dell’Inghilterra alle prossime elezioni europee è necessario un accordo entro il 22 maggio. Difficile che ciò avvenga, ricordano da Deutsche Bank. Ad ogni modo le probabilità di elezioni anticipate continuano ad aumentare. Troppo scarse e possibilità di un accordo.

Fino ad ora la Brexit è stata poco più di un rumore di sottofondo per i mercati, sempre convinti che una soluzione sarebbe stata trovata.  Ma ora l’inasprirsi delle problematiche sociali e l’aumento delle variabili politiche potrebbe creare un caso sterlina.

Nessun rimbalzo per la moneta di Sua Maestà. Incertezza anche per Societe Generale secondo cui l’estensione non cambia la sostanza delle cose.

Troppe incertezze

In pratica ciò che rende difficile tutto l’iter è l’incertezza sull’evoluzione del processo. Allungare i tempi non offre alcun punto fermo ma, paradossalmente, aumenta le probabilità che altri problemi si possano presentare. Intanto Citi guarda alla Bank of England.

Difficile che possa alzare i tassi ad agosto ma è comunque possibile che sia proprio la banca guidata da Mark Carney a fornire prossimamente qualche indizio sull’economia della nazione. Magari in una delle prossime riunioni.

 

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