Le azioni italiane da comprare con il petrolio al rialzo

I titoli da comprare

Petrolio in rialzo. Quali le azioni italiane da comprare adesso?

Petrolio in rialzo

Il petrolio è in un mercato estremamente incerto: sanzioni statunitensi in Iran, guerra commerciale con la Cina e crollo della produzione in Venezuela stanno portando forti incertezze sul greggio. Incertezze che, però, potrebbero essere un’occasione per comprare. Il Brent oscilla verso i 73 dollari (+1,19%) al barile e il Wti lo segue a 63,5 dollari (+1,2%). A dare la spinta anche la volontà dell’Opec di continuare sulla strada dei tagli a causa delle paure di una sovrapproduzione. Infatti gli Usa continuano a non voler chiudere i rubinetti e, come evidenziato dalla riunione del Comitato congiunto di monitoraggio dell’Opec, i tagli permetterebbero un riassorbimento delle eccedenze.

Le azioni italiane da comprare con il petrolio al rialzo

Una strada che, apparentemente, va in senso opposto a quanto chiesto a gran voce dagli Usa che, per volontà del presidente Trump, vorrebbero un petrolio più a buon mercato. Qualora la strategia dell’Opec+ (Opec più membri esterni tra cui la Russia) dovesse essere confermata, si vedrebbe una stabilizzazione del prezzo del barile intorno ai 60 dollari. Questo, in sintesi, il pensiero degli analisti di Equita che attendono la seconda metà dell’anno, per la precisione già gigno, per avere segnali in tal senso. Sarà infatti a Vienna, con il meeting già i programma, che l’Opec potrebbe dare l’annuncio ufficiale con i particolari sulla strategia adottata.

In questa caso da Equita consigliano di puntare su Eni e Repsol così come anche su Saipem nel settore servizi e Saras (SRS) nel mid-downstream.

Le azioni italiane da comprare con il petrolio al rialzo. La view di Bank of America

Ma, come detto, il settore è soggetto a una forte incertezza. La conferma arriva direttamente dalle parole del ministro russo per l’Energia Alexander Novak che teme le conseguenze di un possibile inasprimento delle tensioni internazionali. Prima fra tutte quella tra Usa e Iran. Ma anche la guerra commerciale con la Cina spaventa, soprattutto in virtù del blocco, voluto da Trump, delle varie collaborazioni tra le società di elettronica statunitense (e le amministrazioni statali) con alcune aziende straniere. Prima fra tutte Huawei. Per questo motivo da Bank of America si teme, invece, un impatto negativo con conseguente rallentamento della produzione industriale. Risultato: petrolio a 50 dollari al barile.

Sempre che…

Sempre che non ci sia un accordo tra Washington e Pechino. La tanto agognata firma, infatti, stravolgerebbe le carte in tavola facendo tornare l’appetito per il rischio e, in ultima analisi, dando una fiammata alla crescita internazionale. Per questo motivo non è da escludere, parallelamente, una crescita anche dei prezzi del greggio. Crescita che, tradotto in numeri, arriverebbe anche a 90 dollari al barile.

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