Le aziende pendono dalle labbra del coronavirus: rischio default?

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Incrociamo le dita affinchè gli effetti del coronavirus siano in modalità ribassista. A leggere i dati forniti da Cerved non c’è da stare allegri. Le aziende pendono dalle labbra del coronavirus e non se la passano bene. Si fanno due ragionamenti e si calcolano due effetti: coronavirus che continua fino a metà anno e con la pandemia fino al termine del 2020.

A farne maggiormente le spese e con il rischio default, tre settori chiave: il manifatturiero tessile, i trasporti e il turismo. È questo il grido d’allarme che emerge dallo studio di Cerved Rating Agency, agenzia di rating tra le prime in Europa che attribuisce il merito creditizio alle imprese sul territorio nazionale. Le conseguenze del contagio sono già evidenti: rallentamenti nella produzione, chiusure temporanee forzate, calo dei margini.

Gli effetti momentanei sui mercati

La netta frenata si riscontra sul settore manifatturiero. A livello globale si è registrato ad ampio raggio sui mercati mondiali  il calo del valore delle principali materie prime come petrolio, rame e gas naturale, nel contempo un aumento del valore dell’oro.

I due casi come si evolvono

Entrambi gli scenari sono stati applicati al portafoglio di simulazione, costituito da circa 25.000 rating emessi recentemente da Cerved Rating Agency.

Prendiamo in esame la prima ipotesi. Coronavirus fino a metà anno: le aziende italiane rischiano il default per il 7%. Maggiormente colpite quelle delle costruzioni e poi il settore farmaceutico. Se invece gli effetti coronavirus durano di più ci sarebbe un innalzamento della percentuale di probabilità di default per entrambi i settori.

Le ipotesi riguardano essenzialmente le evoluzioni attese in termini di valore e costo della produzione, principali voci di bilancio per cui si prevede un calo (con alcune eccezioni per il settore farmaceutico) derivante dalla riduzione dei volumi di produzione e di contrazione della domanda. Analogamente, si prevede un peggioramento generalizzato del capitale circolante netto e un aumento dei debiti finanziari a breve.

Tali ipotesi sul comportamento atteso delle aziende italiane possono pertanto determinare una generale involuzione delle dinamiche economico-finanziarie che influenza la performance economica, la struttura finanziaria e l’andamento dei pagamenti.

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