Le 7 patologie cardiache cui l’INPS riconosce subito l’assegno di invalidità

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Insieme agli Esperti di ProiezionidiBorsa analizzeremo le 7 patologie cardiache cui l’INPS riconosce subito l’assegno di invalidità. Le malattie a carico del cuore sono assai numerose e rappresentano la prima causa di morte almeno sul territorio nazionale. Nell’articolo “Le 3 malattie cardiache che danno diritto alla  pensione di invalidità” troverete informazioni sul riconoscimento del trattamento previdenziale. Conviene ricordare che esiste una netta differenza tra la pensione e l’assegno di invalidità. La prima è una prestazione economica che spetta ai contribuenti con una percentuale di invalidità pari al 100%.

L’assegno di invalidità invece corrisponde ad un’indennità che la Commissione sanitaria riconosce ai soggetti con una percentuale di inabilità tra 74% e 99%. Pertanto anche in presenza di disturbi cardiaci meno gravi a cui non si attribuisce il massimo punteggio di inabilità si possono ottenere sussidi economici. Nello specifico, abbiamo individuato le 7 patologie cardiache cui l’INPS riconosce subito l’assegno di invalidità. Scorrendo le Linee guida dell’Ente previdenziale si può desumere la percentuale di inabilità che corrisponde ad ogni singola malattia cardiovascolare.

Le 7 patologie cardiache cui l’INPS riconosce subito l’assegno di invalidità

Nell’elenco INPS delle patologie cardiache rientra infarto, scompenso cardiocircolatorio, ictus cerebrale, angina pectoris, malattia vascolare periferica e altri disturbi meno noti, ma diffusi. La prima delle malattie a carico del cuore che conferisce diritto all’assegno di invalidità è l’aritmia gravissima con percentuale tra 81% e 100%. A seguire con identica percentuale la sindrome ipocinetica da scompenso cardiaco cronico terminale e la coronaropatia gravissima che provoca l’allettamento del paziente. Matura il diritto all’assegno di invalidità anche il paziente che presenta valvulopatie di grado severo o ha subito un trapianto di cuore con complicanze.

La Commissione INPS riconosce l’indennità anche in presenza di difetto interatriale di stadio IV su cui non si può intervenire a livello chirurgico. La percentuale di invalidità supera l’80% anche quando il paziente presenta pervietà del dotto arterioso e arteriopatia ostruttiva periferica con ischemia cronica. Ne consegue che in presenza di queste malattie cardiocircolatorie il paziente può inoltrare richiesta di indennità e ricevere mensilmente l’assegno di invalidità.

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