L’anomalia dei tassi negativi sui titoli di stato europei

ProiezionidiBorsa

Fa veramente strano vedere le emissioni di bond governativi a breve termine premiate da sottoscrizioni a rendimento negativo. Qualche anno fa in piena crisi sub-prime la cosa poteva anche avere un senso meglio avere in portafoglio titoli di stato a rendimento negativo che tenere i risparmi su conti bancari di un settore a rischio che comunque non paga interessi a aggiunge continuamente costi.

Ma ora che molte banche si sono un po’ allontanate dall’area di maggior crisi e soprattutto ne sono nate molte altre immuni dai vecchi contagi, cosa dunque trattiene i tassi in area negativa?
Si può pensare che il domino dei  tassi sotto zero (ma ugualmente premiati da un collocamento pieno delle emissioni) sia ormai diventata una partita a due tra le banche che li acquistano in asta e la BCE che li ricompra dalla banche.
Tutta questa messinscena per evitare di dare direttamente i soldi agli stati più indebitati?
O forse le banche lucrano una differenza tra i prezzi di carico e lo scarico alla BCE?
E le montagne di titoli in pancia alla BCE che fine fanno o faranno? A scadenza rimborso e rinnovo con la stessa procedura? Di fatto un circolo chiuso per non definirlo vizioso…

Ma allora non era più semplice dare i soldi a tassi vicino allo zero ai debitori, privati o aziende delle banche e con rate diluite a lunghissimo termine e risicate al massimo? Si sarebbero ripuliti i bilanci delle banche , ridato vigore ai consumi e di conseguenza alle entrate fiscali ealla graduale compensazione del nuovo debito pubblico portato in casa. Voce cui avrebbero contribuito anche le maggiori disponibilità dei sottoscrittori dei titoli di stato premiati da rendimenti positivi.

Vedere gli Schatz tedeschi, considerati da molti bene rifugio, a rendimento -0.54% ci può stare, nel contempo verificare che i Letras spagnoli si fermano a -0.487% dà l’idea di quanto sia paradossale questa situazione.

Stato di cose che, come accennato, sopra rischia di essere senza sbocchi in una autoriproduzione automatica del debito che in un contesto di disoccupazione diffusa così elevata ha e avrà ben poche possibilità di vedere quelle progressiva riduzione dei debiti pubblici, unica via per uscire da questa circolarità viziosa.

Perché poi la BCE debba finanziare a questi tassi soltanto le banche e non direttamente non dico i cittadini ma almeno le aziende che creano posti di lavoro rimane un aspetto misterioso… tanto quanto sarebbe foriero di una drastica e duratura ripresa del ciclo occupazionale e di seguito dei maggiori introiti fiscali delle nazioni.

Non volendo dare spazio a conclusioni complottiste rimangono comunque dei vuoti di comprensione in queste scelte di indirizzo economico che dopo tanti anni non hanno ancora prodotto una reale soluzione dei problemi affrontati. Mai era successo in passato e questo dato dovrebbe essere di per sé spinta sufficiente per valutare percorsi alternativi a quelli fin qui intrapresi.

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