L’Agenzia delle Entrate può pignorare una carta prepagata?

Agenzia delle entrate

I soldi in deposito su una carta prepagata sono al riparo dai controlli fiscali o l’Agenzia delle Entrate può pignorare somme di denaro? Il titolare di PostePay, di Paypal o di altre carte prepagate deve temere il pignoramento del credito da parte dei suoi creditori? Le operazioni e i movimenti che il titolare della carta prepagata sono soggetti agli accertamenti del Fisco e dell’Anagrafe Tributaria?

Nel precedente articolo“Quando scattano i controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate?” abbiamo fornito informazioni sulle circostanze che allertano l’attenzione dell’Autorità fiscale. Ora verifichiamo se l’Agenzia delle Entrate può pignorare una carta prepagata o se i soldi in deposito sono al sicuro. E soprattutto valuteremo l’eventuale convenienza di una carta prepagata anonima in cui non figura il nome dell’intestatario.

L’Agenzia delle Entrate può pignorare una carta prepagata?

Non abbiamo buone notizie per il titolare delle carte prepagate. I creditori possono difatti procedere al pignoramento delle somme di denaro presenti sulla carta. Fra i creditori ovviamente potrebbe rientrare anche l’Agenzia delle Entrate per rivendicare la riscossione dei pagamenti mancanti. I contribuenti sanno che nel caso di mancato pagamento delle cartelle esattoriali l’Autorità fiscale invia un sollecito per saldare il debito. Dopo 60 giorni, se i debiti permangono, procede al prelievo diretto del denaro dal conto corrente del cattivo pagatore.

Nel caso delle carte prepagate con o senza Iban qualunque creditore ha facoltà di richiedere il pignoramento e chiedere la risoluzione della situazione debitoria. Si procede pertanto al blocco delle somme che compaiono sul credito della carta per soddisfare il creditore.

Diverso il caso delle carte prepagate anonime che non consentono di risalire all’identità del possessore. Il fronte delle carte prepagate anonime non riporta difatti i dati personali dell’intestatario. Inoltre tali carte sono usa e getta nel senso che si acquistano con un importo prefissato già presente in credito. Quando si spende l’intero ammontare della ricarica si deve cestinare la carta prepagata anonima che non può essere più utilizzata come strumento di pagamento.

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