L’accoppiata vincente: disoccupazione USA sempre più giù. Difficile buttare giù Dow Jones & Co

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Raramente i due dati sulla disoccupazione USA escono all’unisono , entrambi in aumento o , come accaduto oggi e spesso recentemente in calo:

Richieste di disoccupazione continua 1.650K 1.665K 1.663K
Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione 207K 211K 215K

 

E’ vero che questi sopra non rappresentano i  fattori più significativi in ambito occupazionale ma è altrettanto vero che sono conferme importanti del favorevolissimo ciclo economico che si è impiantato progressivamente negli Stati Uniti.

La quasi piena occupazione è presupposto basilare per attendersi che i dati macro si susseguano con un’intonazione positiva. E’ impensabile che l’economia di una nazione funzioni con livelli di disoccupazione alti.

Anche per questo viene difficile pensare a indici americani che improvvisamente possano accartocciarsi in preda agli attacchi ribassisti della speculazione.

Negli ultimi giorni i listini americani stanno facendo fatica a ritoccare i massimi abbattuti più volte nel corso del 2018, a livello ciclico statistico un vero ribasso, che duri più di una settimana almeno, negli USA manca da un tempo lunghissimo.
Ergo sarebbe logico che a breve arrivasse lo sciacquone ma per ora più di qualche piccolo ritracciamento i prezzi USA non offrono.

Quindi non si scenderà più? Mai dire mai, è la risposta più sensata.

La sensazione però è che un calo corposo e prolungato del Dow Jones e dei suoi fratelli potrà semmai realizzarsi soltanto sotto le spinte vigorose di fattori esterni.

Il cosiddetto salutare storno per il momento non trova appigli nemmeno nei dati sugli utili aziendali: i P/E sono in molti casi alti ma non altissimi, in passato si è visto di ben peggio.

L’armoniosità del movimento è confermata anche dalla reazione composta post meeting della FED.

In passato, i rialzi dei tassi portavano forte volatilità sulle borse e scivoloni sono stati frequenti dopo queste strette monetarie. Evidentemente la mano di velluto della FED che dal QE è passata, con tutta la calma del mondo, a rialzi marginali , poco alla volta , sino ad arrivare all’ultimo dello 0,25%, lasciano tranquilli gli operatori che non si azzardano ad avviare il fuoco incrociato su mercati che tuttora , come confermano anche i dati odierni, gode di ottima salute e non mostra alcun segno di cedimento.

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