La verità vittima della guerra e i media frastornati dai bombardamenti di notizie, il confronto con il prof. Giovannetti

Guerra

Una verità in realtà c’è e va riportata in chiaro. Nel conflitto tra Russia e Ucraina c’è un aggressore che è la Russia e un aggredito, l’Ucraina. E su questo non c’è alcun dubbio. Tuttavia, i media all’inizio della guerra hanno lasciato pendere l’ago della bilancia su Zelensky, straordinariamente abile nella comunicazione. Al punto da ottenere consensi da ogni dove nell’Occidente, incassare standing ovation da parte di plenarie istituzionali. Forse a tirare molti per la giacca e riuscire a spingere molto sulle decisioni prese dall’Unione nei confronti della Russia. L’ex Unione Sovietica certamente ha fatto il primo passo da cui sono scaturite tutte le nefandezze, che da una parte e dall’altra, sono generate dalle guerre.

Il cambio di rotta

Da qualche giorno assistiamo ad un abbassamento dei toni dal mondo dei media soprattutto rispetto al tifo spietato per Zelensky. A dire che non saremmo più certi di prendere tutte le sue parole per oro colato. Molte delle trasmissioni televisive di informazione oltre alle torture di cui sarebbero responsabili i russi, si pongono dei dubbi sul resto.

Ci siamo chiesti se fosse una reale ricerca del vero o un cambio di veduta. Nel frattempo, undici inviati di guerra che hanno raccontato il fronte attraverso le maggiori testate nazionali, hanno lanciato un appello. Un invito a cercare di capire sempre come stanno realmente le cose e avere il coraggio di scindere il vero dal verosimile. Senza per questo essere etichettati come filoputiniani.

La verità vittima della guerra e i media frastornati dai bombardamenti di notizie, il confronto con il prof. Giovannetti

Per avvalorare la nostra analisi del racconto mediatico della guerra, ci siamo confrontati con Paolo Giovannetti, Professore di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università Iulm di Milano. In merito, ci dice: «che qualche giornalista  discuta la totale veridicità di tutto ciò che viene dalla parte ucraina è un’elementare operazione di fact checking (verifica dei fatti). Che i russi disinformino è sicuro, che gli ucraini lo facciano è probabile. Le ricordo che nella “classifica” che valuta la democrazia di uno Stato, l’Ucraina è considerata un Paese semi autoritario (si colloca all’86mo posto su 167 Paesi valutati). La Russia viene considerato un Paese autoritario (124mo posto)».

Ancora: il professore chiarisce: «ma siamo in guerra e molti diritti e molte regole si sospendono e si combatte con ogni mezzo. Si è pacifisti anche per questa ragione, direi. Penso che le guerre vadano fermate anche per aiutare gli aggrediti a non essere costretti a mentire per difendersi dagli aggressori». Spesso può accadere che in situazioni di crisi assistiamo alla verità vittima della guerra e i media frastornati dai bombardamenti di notizie, il confronto con il prof. Giovannetti. Il docente ci ha fornito una lettura obiettiva della trasmissione di notizie. Che vanno sempre vagliate, verificate, supportate dalla voce di chi è sul campo. Senza essere filoputiniani o tifosi bendati di Zelensky. Tutto questo sebbene la posizione dell’Italia è a sostegno del Paese aggredito.

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