La valutazione attuale di S&P500 sulla base delle curve secolari di Price Earnings (PE) e similari: livelli storicamente altissimi ma col QE è tutto da rivedere

ProiezionidiBorsa

SCOPO

In questo articolo si getta uno sguardo ad alcuni parametri globali di mercato spesso usati per avere il quadro della valutazione economica complessiva delle aziende quotate su un determinato settore e/o indice di borsa. Nello specifico questo approfondimento riguarderà il rapporto (o ratio o frazione o divisione) tra il prezzo di una azienda quotata (P) ed i profitti realizzati dall’azienda stessa (E). Non si forniranno indicazioni operative di trading e/o posizionamento, ma si avrà solo uno sguardo d’insieme all’attuale momento storico alla luce del set di indicatori usati.

Maggiore è il valore del P/E e maggiore è la valutazione dell’azienda o settore o indice e quindi maggiori sono le aspettative di crescita dei profitti. Naturalmente il P/E è calcolabile solo per le aziende, cioè quei soggetti economico-giuridici che vendono beni e/o servizi.

Questo è solo uno dei tanti dati usati per l’analisi dei fondamentali di una azienda, settore, indice e mai dovrebbe essere utilizzato isolatamente dagli altri parametri per fare scelte di investimento, ne tanto meno operatività di trading.

Esistono diverse correzioni statistiche che vengono apportate al semplice P/E; in questa sede se ne commenteranno graficamente alcune al fine di avere indicazioni sulla valutazione del mercato americano azionario (indice S&P500) se eccessiva (come indicato da alcuni analisti-trader-investitori) o normale (come suggerito da altri). Inoltre si confronteranno tali indicatori con alcuni statisticamente più complessi quali il Q-Ratio, il CAPE Index e la Detrended S&P500 Regression vs. its Trend (DSPRT, una misuratore grafico della valutazione di S&P500 rispetto al suo andamento storico complessivo).

METODICHE

Si usano semplici, lineari e qualitative tecniche di analisi grafica.

ELEMENTI GRAFICI

Il Crestmont P/E è giunto a valutazioni monstre, identiche a quelle del 2000, a 3 volte la sua deviazione standard dalla sua media storica. L’indicatore quindi segnala fortissima sopravvalutazione di S&P500.

Il Q-Ratio è giunto a valutazioni elevate e compatibili coi massimi dell’intera storia eccetto il picco del 2000, a 2 volte la sua deviazione standard dalla sua media storica. L’indicatore quindi segnala forte sopravvalutazione di S&P500.

Il S&P P/E è giunto a valutazioni elevate e compatibili col solo massimo del 1929 ma ben sotto il picco del 2000, a 2 volte la sua deviazione standard dalla sua media storica. L’indicatore quindi segnala forte sopravvalutazione di S&P500.

Il DSPRT è giunto a valutazioni monstre, quasi identiche a quelle del 2000, a 3 volte la sua deviazione standard dalla sua media storica. L’indicatore quindi segnala fortissima sopravvalutazione di S&P500.

Il CAPE Index è giunto a valutazioni monstre, quasi identiche a quelle del 2000, segnalando quindi fortissima sopravvalutazione di S&P500.

Questi 5 indicatori concordano nel rilevare il punto 1995/1997 come momento di ”rottura” grafica comportamentale degli indicatori rispetto l’intero secolo precedente.

Il Case-Shiller S&P P/E è giunto a valutazioni elevate e compatibili col solo massimo del 1929 ma ben sotto il picco del 2000, segnalando quindi forte sopravvalutazione di S&P500.

Ora una prospettiva puramente grafica alla struttura di quest’ultimo P/E. Considerando i minimi ed i massimi chiave secolari ed oltre, si evidenzia un chiaro trend strutturale rialzista. Vengono riconosciute tre enormi strutture grafiche che in senso cronologico sono:

-1- una enorme coppa rialzista tra il 1900 ed il 1925 (area in verde), la cui attivazione rialzista è stata spezzata dal crollo del 1929-1932, riprendendo il segnale ben 90 anni dopo; il suo target grafico è stato quasi perfettamente pareggiato dal top storico dell’indicatore nel 2000!!!

-2- una ancor più grande doppia coppa (area in rosso), stesa dal 1930 fino alle soglie del nuovo millennio, con una neck-line centrata sul massimo intermedio degli anni ”60 e segnale attivatosi a fine secolo scorso; il suo target è stato raggiunto e superato dal top storico dell’indicatore nel 2000!!!

-3- dopo il top storico dell’indicatore nel 2000, c’è stato un sell off epocale superiore a quello degli anni ”30, disegnando un doppio, strettissimo e discendente cuneo, dal quale poi è ricominciata una ascesa violenta, con strutturazione di una nuova figura rialzista (in rosa), attualmente validata al rialzo nel 2017 (vedi cerchio) e con proiezione ”in progress” proprio verso il top storico del 2000!!!

Graficamente quindi il Case-Shiller P/E mostra proiezioni grafiche concordanti verso i massimi secolari; pertanto attualmente i valori benchè siano identici a quelli del top del 1929, siamo ancora distanti dai target teorici ottenuti dalla manipolazione grafica personale dell’indicatore. La distanza dal livello finale è stimabile in circa 1/3 o poco meno dei valori attuali (+33% circa: da 32 a 42).

Una interessante considerazione grafica è possibile eseguirla anche sull’indicatore semplice S&P500 P/E quando comparato son l’indice azionario sottostante stesso. I massimi di P/E individuati sugli indicatori citati in precedenza anticipano di molti anni quelli che poi saranno i massimi del benchmark azionario a partire dal quale si verifica poi il vero sell off correttivo. Anche nel recente ventennio è accaduto ciò??? Dal 1995/1997 in poi la situazione dell’indicatore diviene isterica e non parametrabile al comportamento dei decenni precedenti, con una volatilità impressionante rispetto alla media ultra-secolare e collocandosi ben sopra la metà superiore del canale orizzontale storico.

☒NOTE CONCLUSIVE

Tutti gli indicatori utilizzati come fonte di P/E o similari (CAPE; DSPRT; Q-Ratio) evidenziano una forte o fortissima sopravvalutazione di S&P su base più che secolare e quindi di portata storica. Sostanzialmente ciò vuol dire che l’insieme delle aziende considerate guadagna pochissimo rispetto al loro valore attuale in borsa.

Un esempio emblematico e rappresentativo sarebbe Amazon, che attualmente vale circa 1000 miliardi di US$ ed ha un P/E di 177 ed un P/E per l’anno venturo di 77!!!

Dal punto di vista grafico invece pare che ci sia ancora una considerevole salita da completare, che preliminarmente è stata valutata in circa un +30-33% dai valori attuali!!!

A.) Cosa fare ???

B.) Perchè il mercato azionario USA non s’è annichilito ???

C.) Cosa è mutato negli ultimi 10 anni nell’ecosistema finanziario globale, e in particolare da fine secolo scorso (1995/1997)???

A.) Il trader retail non deve assolutamente mutare la propria operatività; difatti questa deve sempre e solo seguire (in ultima analisi) il prezzo dello strumento finanziario in oggetto. Deve però tenere bene a mente che ci troviamo in una fase storica ”isterica” (post-1995) e a quotazioni quasi-stellari delle azioni del paniere S&P500; è necessario pertanto avere sempre una strategia di copertura del rischio, di diversificazione, di hedgeing e protezione delle posizioni (es.: stop-orders e/o opzioni e/o volatilità).

B & C.) Gli ultimi 10 anni hanno visto un mutamento radicale dell’ecosistema finanziario, dominato dai QE sistemici, i cui effetti non sono per nulla terminati. Molti indicatori e correlazioni {#1; #2} difatti non funzionano più in senso storico (si pensi al Ratio Gold/Platinum, al NYSE Margin Debt, ecc.).

L’effetto più importante di tale ecosistema è stato certamente quello di assegnare un premio monstre al settore bancario USA {#3} e di portare a ZERO il rendimento netto reale di diversi Bond Governativi decennali (casi eclatanti: Giappone; Germania), causando una ricerca quasi ”rischio-indipendente” di rendimenti alternativi, tipicamente azionario, il quale oggi sembra quasi privo di rischio quando comparato all’universo cryptocurrencies nato contestualmente ai QE {#4}.

Probabilmente il mutamento radicale avvenuto dalla fine del secolo scorso è stato causato da una spinta trans-generazionale di portata epocale, non tanto per la storia umana ma forse per l’intero pianeta. In buona sostanza, il primo decennio del muovo millennio è stato caratterizzato da una entrata progressiva, massiva ed asintotica di centinaia di milioni di neo-consumatori stile-occidentali, che stanno premendo su qualsivoglia risorsa, assets, prodotto di questo ecosistema finanziario, causandone un salto verso nuovi livelli di valutazione e funzionamento che ancora devono trovare assestamento.

Il decennio in corso vede un vertiginoso innalzamento del GDP procapite proprio di queste centinaia di milioni di neo-consumatori, con una capacità di spesa senza precedenti nella storia di questi popoli. A questo punto il prossimo decennio vedrà il consolidamento (in soli tre decenni) di 3 miliardi di consumatori identici o quasi agli europei o americani.

Forse una parte importante della iper-valutazione attuale dei P/E su S&P500 vada ricercata e ricalibrata proprio in questa doppia chiave di lettura socio-demografico-finanziaria: l’asse QE + 3mld neo-consumatori occidentali.

GRAFICI USATI

Advisorperspectives – Smithers – Tradingview

RIFERIMENTI

#1 https://www.researchgate.net/publication/264557446

#2 https://www.researchgate.net/publication/264422763

#3 https://www.researchgate.net/publication/313846667

#4 https://www.researchgate.net/publication/320490915

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