La sentenza della Corte costituzionale tedesca spiegata facilmente

BCE

Ieri la Corte costituzionale tedesca ha pronunciato una sentenza attesa da tempo, che riguarda la BCE, o meglio la Bundesbank.

Di cosa si tratta e quali le conseguenze?

La sentenza della corte costituzionale tedesca spiegata facilmente.

Spieghiamo tutto molto facilmente ed in modo comprensibile anche per i non addetti ai lavori.

Ci aiutiamo con questo piccolo indice:

  • Il ricorso contro gli interventi della BCE
  • Cosa aveva detto la corte europea
  • Perché la sentenza della corte tedesca non è vincolante
  • Quale diritto prevale: nazionale o europeo?

Il ricorso

Come noto, a suo tempo Draghi aveva deciso alcuni interventi di acquisto di titoli di stato, il cosiddetto QE. Il ricorso presentato alla corte costituzionale tedesca affermava che la Bundesbank non poteva parteciparvi, per limiti che sarebbero imposti dalla costituzione tedesca.

Cosa aveva detto la corte europea

Della questione si era già occupata, per certi versi, la corte europea, stabilendo che si trattava di programma pienamente legittimo, in quanto conforme ai trattati europei.

Cosa dice la corte tedesca e perché la sentenza lascia il tempo che trova

Per un verso la corte tedesca conferma la precedente sentenza. Tuttavia afferma la propria giurisdiszione, cioè il potere di decidere, in merito alla partecipazione della Bundesbank a tale programma. Afferma inoltre che, se entro 3 mesi la BCE non fornirà la conferma di taluni parametri, sarà da ritenere incostituzionale la partecipazione. In tal caso indica che governo e parlamento dovrebbero varare provvedimenti nazionali contrari alla partecipazione a certi programmi da parte della Bundesbank.

Ma perché tutto questo non ha senso?

Evidentemente, nasce un contrasto tra i trattati europei, che consentono la partecipazione a determinati programmi, per come tali trattati sono già stati interpretati da un organismo giurisdizionale europeo (e sui quali non compete alla corte costituzionale di un singolo paese decidere) e la costituzione di un singolo paese, in questo caso la Germania, che non lo consentirebbe se non a determinate condizioni.

Quali norme prevalgono?

Evidentemente, o prevale un diritto, quello dei trattati europei, o prevale la costituzione interna. In questo caso la corte costituzionale ha ritenuto prevalesse la costituzione, ma così non è. Se la costituzione, potendo impedire ad organi interni ad un paese determinati poteri, prevalesse, allora non avrebbe senso stabilire una competenza di autorità giudiziarie europee. Infatti i verdetti di queste verrebbero disattesi da corti interne ai singoli stati.

Ed evidentemente trattati e norme europee non potrebbero mai essere applicati. Basterebbe che un giudice nazionale dicesse: questo non è consentito dal nostro ordinamento.

Ma così non è.

Anche in Italia, nel contrasto tra una norma di legge ordinaria ed una normativa europea in caso di contrasto il giudice italiano può richiedere un parere di conformità o difformità ad organi europei. Nel caso di contrasto, disapplica la normativa italiana ed applica quella europea.

Se poi il contrasto è con la costituzione italiana, allora la nostra corte costituzionale ha ritenuto che vi siano solo taluni fondamentali principi della costituzione italiana, che possano prevalere.

Ovvio, ad esempio, che se una normativa europea volesse abdicare al principio di rispetto di taluni fondamentali diritti della persona, prevarrebbero quegli articoli della costituzione che li affermano.

Diversamente, prevale il diritto europeo.

Peraltro, la corte costituzionale tedesca, evidentemente cogliendo una mancanza di norme ordinarie nell’ordinamento tedesco, che prevedano un divieto di partecipazione a determinati programmi, ha rivolto un invito a governo e parlamento a provvedere.

Violazione della separazione dei poteri

Ma tali eventuali provvedimenti confliggerebbero con le norme europee.

Inoltre il principio di separazione dei poteri tra esecutivo, legislativo e giudiziario, stabilisce che governo e parlamento approvino delle norme se, in piena autonomia, lo ritengano opportuno, senza alcun potere di un organo giudiziario di imporre alcunchè al riguardo.

Inoltre, in caso di contrasto tra norme europee ed europee, ancora una volta prevarrebbe il diritto europeo.

E la Bundesbank, nel contrasto tra provvedimenti dei giudici europei e di quelli costituzionali tedeschi, sarebbe tenuta ad osservare le sentenze europee, disapplicando quelle nazionali.

La sentenza della Corte costituzionale tedesca e il giudizio dei mercati

E’ questa anche la tesi dei mercati, in quanto ieri il nostro BTP non ha certo vissuto una seduta di ribassi, che avrebbe invece probabilmente conosciuto, nel caso si ritenesse fondata ed applicabile la sentenza tedesca.

Certo, anche in Italia può capitare che la corte costituzionale consideri una normativa incostituzionale, in assenza di determinate norme non approvate dal parlamento. Ma poi il parlamento resta sovrano e può anche non assumere alcun provvedimento.

Infine, osserviamo che questi programmi di acquisto di titoli di stato sgravano non poco gli impegni di singoli stati europei, ad esempio in materia di emissione di obbligazioni comunitarie, proprio perché in parte un sostegno viene già dalla BCE.

Pertanto, tranne politici decisamente miopi, gli altri si guarderebbero bene dall’assecondare gli inviti della corte tedesca.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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