La sentenza della Corte costituzionale tedesca: quali conseguenze politiche?

euro

Ieri ho iniziato a spiegare la sentenza della Corte costituzionale tedesca sul ricorso presentato contro il QE deciso ai tempi di Draghi, in questo articolo.

Questa sentenza ha destato non poche preoccupazioni, soprattutto in materia di effetti negativi sui nostri titoli di stato e sulla sostenibilità del debito.

Vediamo quindi di chiarire i possibili effetti.

La sentenza della corte costituzionale tedesca: quali conseguenze?

Purtroppo molti degli articoli che sono circolati ieri su questo tema hanno detto cose quanto meno inesatte, quando non palesemente infondate.

Cosa è la BCE e come è costituita?

Consideriamo una banca, i cui soci siano, a loro volta, delle banche.

Una volta che la banca è costituita, ha i suoi organi direttivi e decisionali, e questi sono quelli che decidono.

In questi organi siedono rappresentati delle diverse banche.

La BCE funziona un po’ nello stesso modo.

I soci sono le singole banche centrali dell’Unione europea. Gli organi decisionali sono composti da soggetti, a loro volta nominati da diversi organismi. Ma una volta presa una decisione da un organo che ne ha il potere, non è che i singoli soci della BCE, cioè le singole banche centrali nazionali, possano annullare decisioni già assunte.

Chi può decidere sulle decisioni già assunte?

Una volta assunta una decisione, se la si intende contrastare sul piano legale, non si può fare ricorso ad una autorità giudiziaria nazionale, neppure alla Corte costituzionale.

E’ la corte europea quella competente a valutare la legittimità delle decisioni assunte, e questo la corte europea già l’ha fatto, sul programma di quantitative easing, a suo tempo deciso.

Cosa può fare la singola banca centrale nazionale?

In quanto tale, una singola banca nazionale, anche se suoi rappresentanti, o soggetti vicini alle sue posizioni, siedono in uno dei comitati decisionali della BCE, non possono annullare decisioni già assunte. Al massimo, una volta portato a compimento un programma, potrebbero decidere di non rinnovarlo.

Ed anche la sentenza della corte costituzionale tedesca, non ha alcun potere sulla BCE, la quale infatti, già nel comunicato reso ieri, ha precisato che già una sentenza della competente corte europea è intervenuta e che quindi già è stata decisa la legittimità del programma di QE.

La sentenza della corte costituzionale tedesca potrebbe limitare le future decisioni di rappresentati della Bundesbank?

Al comunicato della BCE qualcuno vorrebbe obiettare, osservando che comunque la Corte costituzionale tedesca ha pur sempre giurisdizione sulle questioni tedesche e che quindi, nel decidere la posizione da assumere su questioni relative alla BCE, sarebbe comunque limitata da tali vincoli giuridici.

Diciamolo una volte per tutte ed a chiare, chiarissime lettere.

Non è così.

La corte costituzionale tedesca commette un grave errore in punto di diritto, se ritiene di aver competenza sulla Bundesbank, quando questa decide qualcosa in materia di BCE.

Infatti, in tale veste, suoi rappresentanti presso la BCE non rivestono più il ruolo di funzionari della Bundesbank, ma diventano organi della BCE, in quanto membri dei board direttivi e decisionali. Ed in tale veste, assumono quindi caratteristiche giuridiche sovranazionali, non più soggette alla giurisdizione dei singoli stati.

Tale principio non è la tesi mia, o di qualche giurista, all’insegna di voli pindarici di fantasia.

Ma è uno dei principi più rilevanti in materia, che sottrae l’operato di tali soggetti a qualsiasi giurisdizione dei singoli giudici nazionali, come espressamente previsto dalle norme internazionali.

Pertanto la Corte costituzionale tedesca neppure avrebbe potuto emettere una sentenza in materia, e semmai avrebbe dovuto definire il ricorso irricevibile, per difetto della propria giurisdizione.

Non l’ha fatto, e quindi quali potrebbero essere le conseguenze?

Quali conseguenze?

Annulliamo completamente i molti dubbi, le molte paure, che la sentenza ha innescato. Complice anche una molteplicità di articoli che hanno detto cose infondate, non meno di quanto è giuridicamente erronea ed altrettanto infondata la sentenza tedesca.

Immaginiamo lo scenario più fosco.

La Bundesbank ritiene valida la sentenza emessa e che il programma della BCE sia incostituzionale per violazione di alcuni parametri, sia che la BCE comunichi poi quanto richiesto, sia che non comunichi nulla.

Aggiungiamo pure che governo e parlamento si sentano spinti ad emanare non solo richiami, ma provvedimenti normativi confermativi di una incostituzionalità di decisioni favorevoli al QE.

Ebbene, quali effetti?

Sulle decisioni già prese, appunto, zero assoluto.

Si tratta di decisioni già prese, la BCE ritiene che non vi sia alcuna competenza di giudici tedeschi nel sindacarle. E porterà avanti il programma, come già manifestamente indicato dalla stessa. Se anche poi alcuni membri degli organi decisionali, espressione della Bundesbank o delle sue posizioni, non fossero d’accordo, sarebbero da considerare alla stessa stregua di quei condomini che, una volta presa una decisione, facessero parte di una minoranza dissenziente. Ormai l’assemblea di condominio ha deciso e a loro, se proprio vogliono, non resta che ricorrere. Ma non ad un giudice incompetente.

Oramai il ricorso è già stato presentato alla corte europea. È stato respinto, e la corte costituzionale tedesca non ha alcun potere di costringere la BCE ad osservare le sue sentenze.

Quanto a decisioni future, la sentenza della corte tedesca non riguarda questo tipo di decisione. Soprattutto nel senso che una futura decisione, relativa a futuri, eventuali QE, non ancora decisi, potrebbe essere votata positivamente, ma anche respinta. E questo completamente a prescindere da cosa abbia deciso la corte tedesca. Nel senso che membri del board su posizioni anti QE già erano presenti in passato, e forse lo saranno in futuro, appunto, a prescindere dalla corte costituzionale tedesca.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Consigliati per te