La scatola nera della finanza raccontata da chi la conosce davvero: “I Diavoli” di Guido Maria Brera

guido maria brera

La scatola nera della finanza in un film.

Due persone stanno giocando a tennis, a Londra. Ma il loro campo non è in un circolo qualsiasi, o a Wimbledon. No. Loro stanno giocando dentro la Royal Albert Hall, l’esclusiva e famosissima sala da concerti situata davanti a Hyde Park, nell’esclusivo quartiere di South Kensington. Come è possibile una cosa del genere?

Lo è perché non sono due persone comuni. Una è Derek Morgan, il responsabile europeo di una grande banca americana. Uno che può tutto, molto più di molti governanti della Terra. E la location dell’incontro lo dimostra. L’altra è Massimo De Ruggero, il suo vice, l’uomo che lo sostituirà ai vertici della filiale londinese. Sì, perché Derek torna negli States, a sedere nel CDA della sede storica della banca. E, da tempo, ha scelto Massimo come suo sostituto. 50 milioni di dollari, ed un potere praticamente smisurato. Per l’italiano partito da Roma e deciso ad arrivare in cima alla piramide di denaro, successo e potere rappresentata dall’essere a capo della filiale europea di un colosso finanziario, è il compimento di un sogno.

Ma il sogno è finito da tempo.

Sì, perché Massimo non è più il trader di successo, con intorno un team di geni della finanza e nerd informatici, che hanno contribuito a fare della filiale europe comandata da Derek una macchina da soldi. Massimo ha capito che quel Sistema è realmente il sistema con la S maiuscola, è quello che realmente governa il mondo. La finanza non è più soltanto un vertiginoso gioco di prestigio, dove i migliori svettano e gli altri annaspano fino ad affondare. Il gioco è andato ben oltre. Si sono superati, da tempo, molti, se non tutti, i limiti. In gioco non c’è più solo un trading estremo e multimilionario, ed il potere ed i benefici che da esso derivano. No. C’è in gioco la sopravvivenza stessa dell’Occidente, così come lo conosciamo. E Derek e Massimo, consapevolmente, saranno due giocatori della partita finale. Sia dalla parte opposta della barricata che dalla stessa. Due veri e propri diavoli della finanza, due protagonisti della scatola nera che oggi è rappresentata da questo mondo.

La scatola nera della finanza raccontata da chi la conosce davvero

L’abilità di Brera nella narrazione non sta nella scrittura, che comunque è agile e veloce e mai noiosa, ma nel saper raccontare bene, e rendere comprensibile, un mondo che il 99% delle persone del pianeta non conosce. E che, per sua fortuna, non sa che esiste e che rappresenta la vera cabina di comando, al giorno d’oggi, dei destini del mondo. E, quest’ultima cosa, che ci si voglia credere o no, fidatevi, è verissima. La complessità delle due figure, Massimo in particolare, è la chiave del romanzo. Che, nel suo complesso, è un racconto di “redenzione” di una figura che parte dall’essere quasi un cattivo della Spectre jamesbondiana per poi trasformarsi rapidamente.

Potere infinito

Dall’essere un uomo dal potere quasi infinito, ma chiaramente insoddisfatto, Massimo attraversa un percorso di perdita (da una parte) e di acquisto (dall’altra). La perdita è quella dell’innocenza del lavoro, di come funzionino le cose, triturato in un ruolo che sarebbe suo in maniera naturale, ma che rifiuta a livello inconscio. Cosa, questa, che chiaramente lo porta sempre più in basso, verso un’autodistruzione del suo mondo e delle sue certezze in cui il lettore lo accompagna e di cui si sente chiaramente partecipe.

Partecipe al suo fianco sia nella Londra patinata, edonista, consumista e festaiola, che nella rilassante campagna e nel mare toscano, buen retiro storico del protagonista. L’acquisto è la consapevolezza che le cose non possono cambiare, ma possono essere rese migliori. Che c’è ancora spazio per la speranza, sebbene non sia certo la speranza idealizzata che Massimo agogna. E che c’è un’ultima, ultimissima possibilità di salvare se stesso, i suoi cari e le altre persone verso cui prova un affetto che non sa esprimere. Ma non può farlo da solo. E non lo farà da solo.

Un protagonista della finanza italiana

Guido Maria Brera è il cofondatore e amministratore del gruppo Kairos. Noto gestore e dirigente d’azienda del settore, con “I Diavoli” (titolo emblematico) ha mostrato al mondo, per la prima volta da vicino, i protagonisti del settore che influenza la vita di tutti. Un settore in cui i decisori hanno realizzato il capolavoro supremo, far pensare al mondo, come il biblico avversario dell’umanità, che non esistono. Ed invece sono ben più che reali. Nel libro l’autore ci porta esattamente al centro della zona grigia dove nascono le decisioni, dove si esercita l’unico vero potere del nostro tempo. Un potere, come abbiamo detto più volte, smisurato. Questo è il romanzo che fa vedere dall’interno il ciclone che si è abbattuto sul mondo durante la Grande Crisi Finanziaria. Ciclone dal quale nessuno potrà mai più ripararsi.

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