La rivoluzione della “carne non carne”

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La rivoluzione della “carne non carne”. Il modo in cui le persone scelgono e consumano il loro cibo sta cambiando. Ciò sta incoraggiando un ampio cambiamento. Si sta passando sempre più da prodotti alimentari di origine animale a prodotti alimentari di origine vegetale. Perché questa scelta? Impatto ambientale; crudeltà verso gli animali; benefici per la salute. Queste sono le principali ragioni. Sia quale sia il motivo, comunque, le diete senza carne stanno rapidamente diventando una nuova normalità per le persone di tutto il mondo. Ma da dove è iniziato tutto questo? Quali sono le origini del vegetarianesimo? Vediamo di esaminare la rivoluzione della “carne non carne”.

La rivoluzione della “carne non carne”

Specifichiamo subito una cosa. Ci sono diverse diete diverse a cui le persone tipicamente aderiscono, se non mangiano carne. Un vegetariano, per esempio, non mangia carne, ma consuma comunque prodotti di origine animale, come latticini e uova. D’altro canto un vegano mangia invece secondo una dieta rigorosamente vegetariana. Il 70% della popolazione globale sta riducendo l’assunzione di carne. Il vegetarianismo sta diventato una scelta di stile di vita per molti. Entro il 2026, il mercato globale dovrebbe valere oltre 24 miliardi di dollari. Le tappe di questa “rivoluzione” non sono neanche recenti, tra l’altro.

La prima società vegetariana fu fondata in Inghilterra nel 1847. Il termine “vegano” è stato coniato nel 1944. Il primo World Vegan Day è del 1994. Arrivando ai giorni nostri, l’8% della popolazione mondiale si dichiara vegetariana o vegana. Quest’anno, dati statistici dicono che l’accettazione delle diete a base di piante da parte della comunità medica e del pubblico in generale è ai massimi livelli storici. Stiamo chiaramente andando verso un futuro a base di piante, non di animali.

Verso un futuro a base di piante

Ci sono nazioni, come la Cina, che stanno introducendo politiche nuove. Per esempio, per portare la propria popolazione ad arrivare a nutrirsi di alimenti vegetali almeno al 50% entro il 2030. Questi ambiziosi obiettivi saranno guidati dalla crescente comprensione da parte dei consumatori degli effetti positivi del consumo di meno carne. Tra questi si possono citare benefici per la salute, positivi effetti ambientali e il benessere delle popolazioni animali. Infatti, se più persone si impegnano ad adottare uno stile di vita basato sulle piante, si potrebbero ottenere enormi risparmi. Fino a 31.000 miliardi di dollari, il 13% del PIL globale, in risparmi per l’economia.

Considerata la notevole domanda dei consumatori di carne alternativa, non sorprende che le aziende alimentari globali cerchino di entrare prepotentemente nel mercato. Nestlé e Danone stanno studiando le loro formule per le proteine vegetali, oppure stanno acquisendo aziende già esistenti, con forte esperienza nel campo. Nel frattempo, McDonald’s ha inserito i prodotti vegani come base permanente del proprio menù. E segnala un aumento dell’80% dei clienti che acquistano questi prodotti in alcuni paesi.

Il futuro è la rivoluzione della “carne non carne”

Insieme all’incertezza di come questi prodotti saranno accolti, ci sono altre sfide che il mercato deve superare per essere considerato veramente accessibile. Ad esempio, le alternative basate sulle piante hanno prezzi più alti rispetto ai prodotti di carne vera, il che può scoraggiare i consumatori dal comprarli massicciamente. Indipendentemente da tutto ciò, è chiaro che il passaggio a diete a base vegetale è una forza dirompente. Una forza che potrebbe cambiare l’industria alimentare nel lungo periodo. Chi si sta muovendo per primo sta attirando gli investitori, senza dubbio. Ma questi ultimi come si comporteranno, nel lungo termine?

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