La recessione è la paura numero uno tra gli ad

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Il 2018 era terminato con nubi nere all’orizzonte. Le stesse nubi che identificavano prima un rallentamento e poi una recessione.

In attesa di conferme

Proprio guardando verso queste nubi, in molti hanno guardato con timore a questo 2019, visto come possibile conferma delle paure che hanno chiuso l’anno precedente. Almeno a giudicare da quanto visto tra gli oltre 800 amministratori delegati intervistati alla vigilia del World Economic Forum di Davos. A commissionare l’indagine è stato The Conference Board.

Recessione: la parole che spaventa

Recessione è dunque la paura principale tra quelle esterne, che si sta delineando all’orizzonte. Le minacce al commercio globale e l’instabilità politica si sono classificate rispettivamente al secondo e terzo posto. Lo studio contempla anche una sorta di ripartizione geografica. In base a questo criterio, infatti, si scopre che il rischio recessione è particolarmente avvertito in Giappone, Cina e America Latina. La spiegazione è molto semplice.  Il Giappone si trova da tempo impegnato in una lunga politica di stimolo monetario che, in proporzione, è risultata essere di portata ben più ampia di quella messa in campo dalla Fed.

Dalla Cina all’America del Sud

Da parte sua anche Pechino in questi ultimi mesi ha dovuto fare i conti con una serie di dati macro particolarmente difficili. Non solo, ma le autorità cinesi hanno recentemente anche tagliato le previsioni di crescita del Pil per i prossimi 12 mesi portandoli in un range tra il 6% e il 6,5%. Discorso leggermente diverso per l’America Latina. Il Continente, infatti, si trova al centro di una serie di difficoltà per ognuna delle singole nazioni che lo compongono. Partendo dalla crisi economica in Argentina e in Venezuela, si passa dalla delicata situazione politica del Brasile. La nazione deve ancora ritrovare la serenità persa con i numerosi scandali sulla corruzione.

C’è minaccia  e minaccia

Il primo passo è arrivato con le recenti elezioni che hanno portato al potere un rappresentante dell’estrema destra Jair Messias Bolsonaro. In tutto questo, invece, negli Stati Uniti le minacce alla sicurezza informatica si sono classificate al secondo posto. Solo quarta in classifica la tanto temuta guerra commerciale con la Cina. Guerra che, paradossalmente, in Cina è vista come seconda preoccupazione. Dopo la già citata recessione.

Il capitale umano

Guardando alle preoccupazioni interne, invece, i CEO intervistati hanno citato la fidelizzazione dei talenti come la loro preoccupazione numero uno. In altre parole la concorrenza a livello globale diminuisce il numero dei lavoratori disposti a restare all’interno di un’azienda per molto tempo. Da qui la paura di perdere del prezioso capitale umano.

Approfondimento

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