La parola che diciamo di più al giorno senza sapere cosa vuol dire

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Più leggiamo e più parole conosciamo. Il nostro vocabolario si espande e ci rende delle persone più colte, che riescono ad esprimere concetti astratti. Non solo, più parole conosciamo e meglio spieghiamo ciò che succede, ciò che sentiamo e siamo meno inclini a farci imbrogliare dai vari poteri che gestiscono le nostre vite.

Le parole, dunque, sono come uno scudo di difesa da soprusi e ingiustizie, e tutti dovrebbero avere la possibilità di sviluppare un vocabolario raffinato e puntuale. Tuttavia, nei nostri dialoghi quotidiani, c’è una parola che usiamo molto, molto spesso.

Sovente a sproposito, sovente per malcelare una nostra incompetenza linguistica. Questa parola è l’incubo di ogni professore di italiano, di ogni persona che ama avere a che fare con altre persone che non perdono tempo quando parlano. Ecco, quindi, la parola che diciamo di più al giorno senza sapere cosa vuol dire.

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La parola “cosa”

Da recenti studi possiamo notare che la parola “cosa” è la parola che noi italiani diciamo più spesso nelle nostre giornate. Orrida notizia per i linguisti, “cosa” è un passe-partout come il prezzemolo in cucina.

“Passami quella cosa”, “Ho visto una cosa” o, peggio ancora “Dammi quella cosa sul coso”. Da rabbrividire, certo, se non fosse altro che la situazione si complica per il fatto che non conosciamo nemmeno il suo vero significato.

Come tutti sappiamo, la nostra è una lingua romanza che deriva dal volgare parlato nell’alto medioevo nella Penisola italiana. In latino, ciò che noi riferiamo indefinitamente con “cosa” veniva detto “res”. Vestigia di ciò è proprio il nome “Repubblica”, da “res publica”, che noi, infatti, oggi, chiamiamo anche “cosa pubblica”.

“Cosa”, invece, è una derivazione di “causa”, non tanto per l’accezione di causalità quanto di affare, negozio.

Ecco, dunque. svelata la parola che diciamo di più al giorno senza sapere cosa vuol dire.

 

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