La pandemia prossima ventura: una guida antipanico

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La pandemia prossima ventura: una guida antipanico. Inutile illuderci. Una prossima pandemia ci sarà. Non è questione di se ci sarà, ma solo di quando accadrà. Questo, ovviamente, perché le pandemie avvengono, dall’alba della razza umana, per zoonosi. Cioè per contatto diretto tra l’uomo e gli animali. Animali che trasmettono malattie (ma possiamo farlo anche noi a loro). Malattie che si diffondono, diventando epidemie. Epidemie che diventano globali, quindi pandemie. Pandemie a cui una volta non c’erano cure. E che infatti, come molte epidemie nella storia dimostrano, mietevano decine di milioni di vittime. In un mondo spopolato, rispetto a quello odierno.

Ma oggi abbiamo i vaccini, per fortuna. Una delle più grandi conquiste della storia dell’umanità. E questo ci può consentire di guardare alla prossima pandemia con un altro occhio. Un occhio più distaccato e più realistico. Più scientifico e meno dedito al sensazionalismo dei media. Tutto questo, e qualche altro piccolo accorgimento. Perché se la prossima pandemia sarà inevitabile, sarà anche affrontabile. Per fortuna. La pandemia prossima ventura: una guida antipanico.

La pandemia prossima ventura: una guida antipanico

Conoscere il passato. Comprendere il presente. Saper affrontare il futuro, di conseguenza. Perché se sappiamo che una prossima pandemia ci sarà, dalla Storia, sicuramente non sappiamo il quando. E di conseguenza dobbiamo prepararci. Senza farci prendere dal panico.

Perché ci siamo panicati per questa pandemia? Le morti? Molto minori, a paragone delle grandi epidemie nella Storia. Quelle vere, tipo la Peste del 1348, o la Spagnola del 1918. La contagiosità? Assolutamente no. La Covid-19 si diffonde come una normale influenza. L’aggressività? Nessuno ne sa niente. Ricordiamoci che era un virus sconosciuto, anche se appartenente ad una famiglia ben conosciuta. Niente di tutto questo. Ci siamo panicati per troppa informazione. Troppa, ossessiva informazione. Che è stata realmente tossica. Perché l’informazione sfrutta il ben noto bias umano del voler conoscere. Del voler sapere. E le cose negative attirano, mentre quelle positive no.

Quindi la prima cosa da fare, la prossima volta, sarà informarsi il giusto. Non ossessivamente. Quel tanto che basta. E, altra cosa non di poco conto, solo da fonti autorevoli. E, ancora, da fonti di origine diversa. Perché un altro difetto che abbiamo come specie umana è il cosiddetto bias della conferma. Ovverosia credere automaticamente a chi la pensa come noi. Ritenendo bugie il resto. Comprenderete da soli, speriamo, come questa cosa sia sbagliata e dannosa.

Una nuova sfida

Una vera nuova sfida. Perché quando un virus passa all’uomo, dopo, il contagio è da uomo ad uomo. E aumento della popolazione e sfruttamento degli spazi naturali rendono il contatto più frequente. Tra noi e gli animali, e tra noi e noi. Ma non solo. Anche deforestazione, inquinamento e cambiamenti del clima ci mettono a rischio epidemie.

Rischio che dobbiamo saper affrontare. Con le informazioni giuste ed in quantità giuste. Perché, come detto, solo conoscendo il passato sapremo affrontare il presente. E pianificare il futuro. E dobbiamo decidere. Ora. Il momento è adesso. Cosa fare, come farlo ed in che direzione andare. Non farlo non è un’opzione. Sennò falliremo come specie. E ci estingueremo.

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