La nuova sfida di H&M: abiti e scarpe fatti con uva e caffè

La nuova sfida di H&M

H&M propone nuovamente capi di abbigliamento realizzati con materiali naturali, biologici e riciclati. La nuova collezione Conscious Primavera Estate 2020 continua la sperimentazione di materiali green. Il lancio è previsto il 26 marzo 2020 quando nei negozi di tutto il mondo approderà la più recente produzione a base di caffè e uva. Nell’ottica di un abbigliamento sostenibile, la multinazionale svedese ha utilizzato gli scarti dell’industria enologica e i fondi del caffè per realizzare calzature e tessuti. Secondo una nota dell’ultimo World Economic Forum di Davos, tenutosi in Svizzera, H&M figura nel novero delle aziende più sensibili alle pratiche di tutela ambientale.

Pelle vegana, bucce di arancia e alghe marine

Fondata nel 1947, l’azienda svedese vanta nel suo storico il confezionamento di abiti e calzature tramite l’utilizzo di materiali assai originali. Nel corso degli ultimi anni la sperimentazione si è dipanata lungo direttrici di ricerca ecosostenibile che sono approdate a Vegea, Renu e Circulose. Termini astrusi che rimandano ai più disparati materiali utilizzati. Vegea deve il suo nome alla pelle vegana con cui sono state confezionate borse e scarpe tramite gli scarti della lavorazione del vino.

Renu ad una particolare tipologia di poliestere ricavata dal riciclo di abiti ormai smessi e non dalle tradizionali bottiglie in Pet. Da ultimo Circulose che, come si intuisce dalla sua stessa denominazione, ricorre a tessuti riciclati, primi tra tutti il cotone e la viscosa. Al momento la nuova sfida di H&M è impostata sui materiali organici o riciclati confluiti nel confezionamento delle capsule collection. In un futuro prossimo, l’azienda svedese intende estendere l’utilizzo degli stessi all’intera sua produzione.

La nuova sfida di H&M, pioniera del riciclo

H&M è stata fra le prime aziende nel settore fashion ad ideare il cosiddetto Garment Collecting Program. Impegnata ad innescare un meccanismo virtuoso di riciclo, l’azienda ha invitato i suoi clienti a riportare nei suoi store gli abiti usati. La campagna di sostenibilità ambientale ha dato i suoi frutti e ha innescato un meccanismo virtuoso di riciclo. Solo nel 2018 la produzione dell’azienda ha potuto vantare l’utilizzo di cotone riciclato nella misura del 95% e la raccolta di 20,649 tonnellate di vestiti usati. Da ciò è nata anche l’idea di creare Afound, un sistema innovativo che garantisce una seconda vita agli indumenti finiti nelle rimanenze di magazzino.

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