La notifica con raccomandata è valida anche se fatta a uno sconosciuto

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La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 26336 del 19 novembre 2020 ha sancito il principio in base al quale la notifica con raccomandata è valida anche se fatta a uno sconosciuto. In questo articolo andremo ad analizzare quali sono le motivazioni che hanno portato a questa decisione.

Come avviene la notifica a persona diversa dall’intestatario

La notifica è il termine che identifica la consegna di un atto amministrativo o giudiziario che viene effettuato attraverso posta, la cui consegna in mancanza del destinatario, è regolata dall’art 139 del codice di procedura civile. Infatti, nel caso in cui il soggetto non è disponibile o presente, la notifica per essere considerata valida deve essere effettuata ai seguenti soggetti:

a) un familiare se maggiore di 14 anni;

b) una persona che lavora presso la casa, come una badante;

c) un dipendente dell’ufficio;

d) il portiere.

Il caso in esame: il rigetto di appello per notifica a uno sconosciuto

Cosa accade se la notifica viene effettuata a un soggetto sconosciuto e senza indicazione all’interno della ricevuta di ritorno del suo rapporto con il destinatario? La Suprema Corte italiana si è espressa con una ordinanza al fine di chiarire questa questione. Il caso preso in esame, riguardava il parere della Commissione Tributaria Regionale della Sicilia, sulla illegittimità del ricorso in appello da parte dell’Agenzia dell’Entrate.

Infatti, l’ente tributario aveva inviato una raccomandata con ricevuta di ritorno, con notifica di consegna a un soggetto terzo senza specifica del suo legame con il destinatario.
Il C.T.R. aveva considerato l’appello inammissibile, in base all’art 139 c.p.c. esprimendo come motivazione il fatto che non si era certi che la notifica fosse stata effettuata a un soggetto nella sfera di conoscenza del destinatario.

La notifica con raccomandata è valida anche se fatta a uno sconosciuto, l’ordinanza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha considerato nullo il rigetto, valutando come ammissibile la richiesta di appello da parte dell’Agenzia dell’Entrate. Il motivo alla base di questo parere è legato alla tipologia di sistema di notifica utilizzato.
Infatti nel caso in esame, l’atto era stato consegnato per mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno.

Quindi, come indicato dalla Suprema Corte, la procedura di notifica dovrà fare riferimento al regolamento postale riguardante la consegna di una raccomandata ordinaria. Un sistema differente rispetto alla notifica che avviene attraverso l’ufficiale giudiziario e regolamentato dall’art del c.p.c. n. 139.
Come ribadito dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 26336 del 19 novembre 2020, in base a questo principio, la consegna viene considerata valida nel momento in cui è effettuata a un soggetto abitualmente presente in quel domicilio, anche se non vi è indicazione del legame con il destinatario.
L’unico caso in cui è prevista la nullità è se da parte del destinatario si dimostra l’estraneità del soggetto che ha ricevuto la notifica dal proprio contesto familiare, abitativo e lavorativo, con querela di falso.

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