La lista dei titoli azionari per sfruttare il Recovery Fund

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Ma questo benedetto Recovery Fund arriva o no? E se arriva, quando arriva? Quanta verità c’è nelle affermazioni che si rincorrono sui media in relazione al fatto che i suoi fondi potrebbero ritardare? E che questa sarebbe tutta una strategia dei “paesi frugali” per metterci in difficoltà? Ne abbiamo parlato anche stamani, noi dell’Ufficio Studi di ProiezionidiBorsa. Lo abbiamo fatto a Radio Axel 24, nella nostra consueta intervista del lunedì mattina. Che trovate qui. Anche perché, quando arriverà, succederà se e solo se si saranno presentati dei piani di investimento di quei fondi seri e credibili. Piani che non possono non contare sul coinvolgimento delle imprese top della nazione.

Quindi ci saranno svariati player privati che potranno godere dell’impiego dei fondi del Next Generation EU. Ma anche titoli azionari quotati, a Milano o all’estero. Ed è proprio su questi che l’investitore potrebbe puntare nei prossimi mesi ed anni. Ma fate attenzione, molta attenzione. Perché svariati titoli sul listino milanese, limitandoci a quello, hanno quotazioni contrastanti. Ci sono potenziali usufruitori dei fondi europei per la ripresa che oggi hanno quotazioni parecchio alte in rapporti ai multipli per il futuro immediato. Il famoso rapporto prezzo/utili, o P/E. Mentre altri sono invece eccessivamente a sconto, ovverosia totalmente sottovalutati.

Qual ‘è la lista dei titoli azionari per sfruttare il Recovery Fund, dunque? Beh, noi preferiamo sempre un buon titolo di qualità a prezzo scontato. Perché, come dice Warren Buffett, sappiamo il valore di cosa compriamo, e lo compriamo ad un buon prezzo. Che, è implicito, non potrà fare che salire. Il governo ha mostrato le sue linee guida lo scorso 15 settembre. Queste prevedono, anche su suggerimento dell’Europa, un’accelerazione negli investimenti in sostenibilità energetica e trasformazione digitale.

La lista dei titoli azionari per sfruttare il Recovery Fund

Nel primo settore, non si può scappare da un titolo come ENEL, attivo nella decarbonizzazione da tempo. E che sta digitalizzando le proprie infrastrutture. Oppure SNAM, attiva da tempo nell’interessante settore dell’idrogeno. ERG e Falck sono da tempo delle società attive nelle rinnovabili, con trasformazioni complete sul passato. Ma anche le (ex) municipalizzate quotate come Hera, Iren, A2A e ACEA possono essere attive nel campo rinnovabile. Dal trattamento delle acque al riciclo dei rifiuti fino alla loro digitalizzazione come imprese.

Proprio il digitale è il campo che presenta maggiori spazi di crescita. Anche per titoli che abbiano già fatto bene in questi ultimi periodi. Si parla perciò di grandi player come Stmicroelectronics, Reply, Inwit e TIM. Oppure società a piccola capitalizzazione come Wiit, Retelit, Sesa o Tinestra. Od ancora più piccole, come nel caso di Alchemy o Txt E-solutions. Il mercato guarda sempre al futuro, ricordatevelo. Spesso con largo anticipo. E su queste società è pronto a scommettere su una crescita di diversi anni. Fino a diventare più grandi, e comprare la concorrenza. Od essere comprate a loro volta.

Un tempo, senza industria, non si andava da nessuna parte. E forse l’Italia (anzi, senza forse) è rimasta ancorata a questa forma mentis. Fatto sta che qualche titolo industriale che potrebbe capitalizzare i fondi del NextGenEu c’è. Oltre ovviamente a Stm, per via dei chip, ci sono anche i cavi di Prysmian. Che è tra i leader mondiali del settore. Ed i macchinari per le ferrovie di Salcef, azienda specializzata in  questo settore, con incursioni nella mobilità urbana. Per finire, c’è Leonardo, cioè l’ex Finmeccanica. E secondo noi il miglior business del momento, per il futuro del Recovery Fund italiano, è proprio Leonardo. Che presenta un P/E al 2022 di 3,8. Nettamente sottovalutato.

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