La guida per sopravvivere ai controlli della Guardia di Finanza

Guardia di Finanza

La Redazione di ProiezionidiBorsa ha recentemente approfondito le modalità di verifica dei conti correnti da parte del Fisco. In questo articolo vogliamo capire cosa accade quando la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle Entrate effettuano una verifica fiscale. Capiremo quali sono i diritti del contribuente e cosa possono o non possono fare gli investigatori fiscali. Vedremo soprattutto quali sono gli errori da evitare durante un accertamento tributario. Insomma: ecco la guida per sopravvivere ai controlli della Finanza e far valere le proprie ragioni. Dobbiamo essere preparati poiché spesso gli errori compiuti nelle prime fasi dell’accertamento vanificano i successivi sforzi difensivi.

Trovare il consulente più adatto

In caso di verifica a sorpresa da parte delle Fiamme Gialle è importante dimostrarsi collaborativi e chiedere prontamente l’intervento di uno specialista. Un avvocato tributarista od un commercialista specializzato in contenzioso tributario potranno essere essenziali. Saranno proprio loro la guida per sopravvivere ai controlli della Guardia di Finanza. Il contribuente ha diritto a richiederne l’assistenza ai sensi dell’art.12 della Legge 212/2000. Potremo farlo subito: gli accertamenti infatti devono svolgersi in orario di apertura dell’attività. Gli agenti della Guardia di  Finanza dovranno evitare di gravare eccessivamente sull’attività oggetto di verifica. Salvo casi particolari infatti, i controlli non dovranno prolungarsi per più di 30 giorni e gli investigatori dovranno vestire in borghese.

Chiedere informazioni

Gli ispettori dovranno presentarsi muniti di un documento autorizzativo firmato dal funzionario dirigente o dal comandante di reparto. Gli agenti avranno anche l’obbligo di esibire un tesserino di riconoscimento. Solo così potranno accedere ai locali adibiti all’esercizio dell’attività ai sensi dell’art.52 del DPR 633/72. Qualora il luogo di conservazione dei documenti fiscali fosse un ufficio all’interno dell’abitazione, l’ordine dovrà pervenire dalla Procura delle Repubblica. Il contribuente avrà diritto di conoscere quali funzionari opereranno le verifiche, nonché l’oggetto e le motivazioni specifiche dell’accertamento. Chiedere informazioni è essenziale per potersi difendere ed è un diritto sancito dall’art. 12 della Legge 212/2000. Dobbiamo, inoltre, conoscere con esattezza quali documenti ed informazioni presentare e cosa non siamo tenuti a fare.

La guida per sopravvivere ai controlli della Guardia di  Finanza

Gli ispettori normalmente chiedono al contribuente di esibire una determinata documentazione. In caso di rifiuto, gli agenti potranno procedere con le ricerche ma con alcune limitazioni. Per prima cosa, la normativa non consente alcuna perquisizione personale durante queste verifiche. L’apertura di casseforti, mobili chiusi a chiave o faldoni sigillati è vietata. Ricordiamo che ogni documento rinvenuto in questa fase sarà utilizzabile in sede di giudizio. Fatti salvi i diritti del contribuente, gli accertatori potranno procedere a ricerche documentali e pretendere l’esibizione delle scritture contabili. In caso di rifiuto non motivato, il DPR 600/73 innesca la determinazione induttiva da parte della Guardia di Finanza circa il reddito prodotto.

In conclusione, il contribuente deve evitare di rilasciare dichiarazioni spontanee se non su consiglio del proprio specialista. Dobbiamo anche leggere attentamente ogni punto del verbale prima di sottoscriverlo e richiedere di inserirvi eventuali osservazioni e controdeduzioni. Eventualmente, il cittadino ha diritto di non controfirmare il verbale che comunque sarà contestabile per i successivi 60 giorni.

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