La guerra social innervosisce la Russia e fa vincere in consensi, attesa per la seconda parte dei negoziati

Zelensky

L’ultimo post di Zelensky ha ottenuto oltre 2mila condivisioni. E va avanti così da giorni, dal 24 febbraio scorso. Con ragionevole probabilità il popolo ucraino potrebbe perdere la battaglia sul campo. Ma in ogni guerra c’è anche un altro aspetto: la battaglia della comunicazione. Che è stata già vinta dall’Ucraina. In perfetto inglese, tantissimi cittadini hanno risposto all’invito del Ministro della Difesa, Oleksii Reznikov. Infatti, il capo del dicastero ha invitato i cittadini a postare video, testimonianze e immagini del conflitto. E il messaggio, manco a dirlo, è diventato virale ottenendo un seguito con cui Putin forse non aveva fatto i conti. Perché ne sono venute fuori anche le immagini che ritraggono l’arresto dei russi in protesta. Oltre a quelle dei TG ovviamente.

Cosa significa

La ramificazione planetaria di immagini e messaggi permette di disputare un’altra guerra. Connessa alla prima. Quella a suon di missili e bombe. Ed è la guerra del consenso internazionale. Non è cosa da poco dire al Mondo «guardate cosa ci fanno» e di contro «guardate come e cosa facciamo noi». Il tutto serve a far salire l’asticella dell’approvazione per il Presidente eroe Zelensky e abbassare vertiginosamente quella di Putin. E anche questo sta innervosendo molto il presidente russo. La censura e la manipolazione mediatica viene tradita dai social. Certe brutte notizie escono dalla porta ed entrano dalla finestra delle case dei cittadini di ogni Nazione. E sono lontani i tempi in cui la mano russa tramite un “escamotage” informatico avrebbe manipolato i consensi americani a favore del Presidente Donald Trump in luogo della popolarissima Hillary Clinton.

La guerra social innervosisce la Russia e fa vincere in consensi, attesa per la seconda parte dei negoziati

In queste ore si sta discutendo per la seconda parte del negoziato. La location prescelta si annida nelle foreste della Bielorussia. Vedremo immagini che rievocano gli scenari afghani (anche se i due territori geograficamente sono molto diversi). E francamente pensavamo non si verificassero più situazioni analoghe nel ventesimo secolo. Sul tavolo ci sarebbe il «cessate il fuoco» e, si badi bene, persino la Cina avrebbe invitato la Russia alla cautela. Di fatto il Paese del Dragone sarebbe pro-Putin ma non a favore dell’invasione. Anche perché il conflitto sta inviando al Mondo, tramite social ovviamente, immagini troppo scomode.

L’importanza del consenso

Troppo sangue e pure la Cina sa bene quanto sia importante il consenso popolare. Anche e soprattutto quello interno. Perché sapere di morti non piace nemmeno ai cittadini del Paese aggressore e dei suoi alleati (?) o meglio partner commerciali. Probabilmente la Russia vincerà, ma quanto avrà guadagnato Putin in clamore popolare? Fino a quando la repressione riuscirà a sedare gli animi interni? E se la resistenza battagliera degli ucraini fosse da esempio per il vicino popolo russo? Tutto questo, insieme alle sanzioni, darà i suoi effetti nei mesi a seguire.

Intanto la guerra social innervosisce la Russia e fa vincere in consensi, forte l’attesa per la seconda parte dei negoziati nella giornata di oggi. Ma lo scetticismo pare prevalere.

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