La Grecia dice no, ed ora il castello potrebbe franare

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A sorpresa, la Grecia ha detto NO. Poco male poiché la proposta comunque non era più sul tavolo. E proprio per questo motivo che il referendum indetto a sorpresa da Alexis Tsipras, interrompendo le negoziazioni con tempismo quantomeno sospetto, aveva una caratterizzazione completamente politica.

Lo scenario che si apre oggi sarà caratterizzato da forte incertezza e dalla necessità di forte coesione e fiducia a livello europeo: la stessa coesione e fiducia che l’esecutivo di Atene ha meticolosamente e sistematicamente contribuito a distruggere negli ultimi mesi.

Ad ogni modo il no al referendum greco ha portato un unico risultato concreto: l’abbandono del ministro delle finanze Yanis Varoufakis che con una mossa a sorpresa si è dimesso giustificando l’atto con la presa di coscienza che la sua presenza all’interno dell’eurogruppo avrebbe avuto un impatto negativo sull’esito delle negoziazioni.



Da un lato, l’antipatia personale che la riunione dei 19 nutriva nei confronti di Varoufakis era nota, dall’altro lato e in virtù dell’investitura plebiscitaria del referendum, la mossa dell’ormai ex ministro delle finanze appare molto strana e pone l’esecutivo Tsipras in una paradossale posizione di debolezza.

Le prossime ore chiariranno meglio la situazione e la posizione sia della Grecia sia dei partner europei nel giorno in cui la BCE deve decidere sulla liquidità d’emergenza alle banche elleniche che deve veramente mantenere in vita la liquidità deteriorata di Atene.

La risposta dei mercati rimane comunque tiepida con gli spread che tengono bene in preapertura e i mercati che aprono negativi, ma per effetto dei crolli dei listini asiatici nella notte.

 

Market Movers

Alle 9:15 in Svizzera il dato sull’inflazione è atteso a -0.1% dal 0.2% precedente.

Alle 16:00 negli Stati Uniti il dato ISM non manifatturiero è atteso a 56.2 dal 55.7 della rilevazione precedente.

Alle 16:00 in Canada l’indice Ivey PMI dovrebbe mostrare una netta frenata a 54.0 dal 62.3 precedente. Alle 16:30 pubblicazione del business outlook della Bank of Canada.

 

EURUSD

La moneta unica apre in gap down dopo il voto greco che ha consacrato il No. Tuttavia, il rapporto tra euro e biglietto verde ha recuperato dai minimi di apertura a 1.0980 fino sopra 1.1050 dove si attesta in queste prime battute di contrattazioni in Europa. Nulla di particolare quindi e sicuramente lo scenario non si prospetta così traumatico come quello della settimana scorsa in vista dei dati sul comparto non manifatturiero a stelle e strisce che potranno vedere la prosecuzione della volatilità.

 

GBPUSD

Londra non si fa impressionare e rimane saldamente ancorata in area 1.5550 dove scambia nel rapporto con il biglietto verde. Il referendum greco non ha sortito effetti particolari a Londra che anche sul fronte azionario rimane tutto sommato solida con il FTSE 100 che cede “solo” lo 0.83% in apertura. Attenzione comunque ai dati americani del pomeriggio e alla diffusa forza del biglietto verde che potrebbe creare un trend ribassista, anche se con caratteristiche di trend moderato.

 

USDJPY

Lo yen approfitta a man bassa dello scossone europeo per recuperare terreno contro il biglietto verde e consolidare la posizione di forza riportandosi in apertura dei mercati asiatici in area 121.80, salvo poi stornare su livelli fisiologici a 122.50 dove scambia in apertura dei mercati europei con la possibilità di rientrare in area 122.80 fino a 123.0 qualora il dato ISM non manifatturiero a stelle e strisce uscisse in linea con le attese descrivendo così il percorso di recupero del biglietto verde.

Emanuele Rigo

Ava Trade

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