Settembre diventa il nono mese consecutivo di decrescita della produzione industriale in Germania, a rivelarlo è il PMI (purcheasing managers index).
Questo indice è calcolato sulla base di punteggi ottenuti attraverso interviste ai manager di settore riguardo livelli di produzione, dipendenti, prezzi e prospettive future. È considerato un indice molto accurato per verificare lo stato di salute dell’economia di un Paese.
I settori più in crisi alla fine di questo trimestre sono il settore manifatturiero, già in crisi da diversi mesi, ed il settore terziario.
Riguardo il manifatturiero settembre ha registrato una flessione dal 43,5% di agosto al 41,44% , contro le previsioni di Bloomberg che vedevano la Germania in crescita al 44%. Secondo la Ihs Markit, il livello più basso toccato da 10 anni. Per quanto riguarda il settore dei servizi, che fino ad ora era rimasto stabile, ha perso l’1,7%: il terziario è passato dal 54,2% di agosto al 52,5%.
Effetti sull’eurozona della situazione in Germania
Il calo tedesco ha fatto rallentare l’economia dell’eurozona, avvicinandola a livelli di stagnazione, con il più rapido crollo della domanda di beni e servizi da oltre 6 anni.
Il deterioramento dell’attuale situazione economica è dovuta anche all’attuale pessimismo delle aspettative sul futuro, rimaste ancorate a livelli del 2012.
L’indagine condotta da Markit Group ha sottolineato le attuali preoccupazione in merito alla situazione geopolitica globale, in particolare Brexit e rapporti Cina-USA, incrementando i timori di un peggioramento delle prospettiva di crescita sia a livello nazionale che globale.
Come hanno risposto le Borse europee
Il valore dell’euro ne ha risentito, con un calo dello 0,33% sul dollaro.
In questo momento tutti questi dati negativi spingono l’euro verso il basso. Gli analisti si aspettano una ripresa nel medio periodo grazie al miglioramento della situazione geopolitica e la ripresa nel 2020 dell’economia europea.
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