La geniale invenzione dei vestiti fatti di latte che idratano la pelle

latte

La tecnologia fa passi da gigante e le invenzioni che non ci saremo mai immaginate entrano in commercio. Oggi la Redazione parlerà di uno dei materiali ecologici del futuro. Il pianeta è stato preso d’assalto e si sono sfruttati sin ora materiali che non coincidono con le necessità ecologiste odierne. Per questa ragione la tecnologia e la scienza hanno dato il via alla corsa al materiale più “green”. Con ciò si intende l’uso di un materiale naturale (non sintetico) che sfrutti risorse già utilizzate, quindi riciclate, che determini un grande risparmio, non inquinante e facilmente deperibile.

Da questa visione nasce la geniale invenzione dei vestiti fatti di latte che idratano la pelle. Questo prodotto infatti non ha un uso esclusivamente culinario e vedremo come e perché.

La storia

La fibra del latte in realtà ha una storia non troppo recente. Il primo a ottenere la fibra estratta dalla caseina, una proteina del latte, è stato il signor Antonio Ferretti nel 1935.

Egli decise di chiamare la sua invenzione Lanital, il cui slogan recitava “in futuro sarete in grado di scegliere se bere un bicchiere di latte o indossarlo”. Questo nome derivava dal fatto che la struttura di questa nuova fibra pareva avvicinarsi molto a quella della lana. Questo materiale però non si è dimostrato molto resistente, né comodo da essere indossato.

La fibra del latte oggi

Dopo circa 70 anni questa invenzione è stata riscoperta e perfezionata nell’ottica di trovare alternative ecosostenibili, ma al contempo piacevoli da utilizzare. Così la fibra di latte si perfeziona e diventa leggera, delicata, quasi setosa.

Il tessuto che si è ricavato ha un altro vantaggio: le proteine casearie di cui è composto sono in grado di nutrire la pelle e idratarla nel momento in cui si indossa il capo.

In più, questo tessuto possiede proprietà antibatteriche e traspiranti, è capace di stimolare la circolazione del sangue e assorbire l’umidità. La fibra del latte è ipoallergenica, quindi adatta per chi soffre di allergie, dermatiti e irritazione.

I tessuti in fibra di latte nascono dal riciclo di latte non più buono da essere consumato. Per estrarre un chilo di fibra di latte è necessario solo 1 litro di acqua (sono 50 litri per produrre il cotone) e questo determina un dispendio di acqua incredibilmente inferiore.

La produzione avviene rimuovendo i grassi dal latte. Successivamente questo viene disidratato e sciolto nuovamente per eliminare tutte le sostanze, tranne la caseina. La caseina si lavora poi per essere solidificata e trasformata in fibra.

La geniale invenzione dei vestiti fatti di latte che idratano la pelle

Tra le start up e le aziende di vestiario che hanno messo a punto linee che utilizzano questa straordinaria fibra ci sono la “Milk Shirt”di MiTerro direttamente da Los Angeles, che preleva latte non più buono da un caseificio cinese e ne fa capi d’abbigliamento. Con un bicchiere di latte si ottengono ben 5 magliette. Anche Uniqlo e la linea “Heattech”, usa fibra di latte insieme a fibre miste (rayon, poliestere, acrilico). Infine, abbiamo DueDiLatte”, un’azienda che lavora nel campo della ricerca tessile e ha creato una linea di magliette unisex in fibra di latte. La linea possiede capi di colore bianco, oppure colorate con tinture naturali.

Insomma, pare che la geniale invenzione dei vestiti fatti di latte che idratano la pelle, potrà rappresentare il futuro dell’economia del tessile apportando risparmio, praticità e benessere della pelle. Tutto questo aderendo ai principi dell’ecosostenibilità.

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