La finta separazione per evadere il fisco è un reato

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 La finta separazione per evadere il fisco è un atto, purtroppo, molto diffuso in Italia ed in continuo aumento. La ragione della sua diffusione è dovuta certamente anche alla semplicità con la quale è possibile separarsi consensualmente.

Si stima che nel nostro paese circa il 7% delle separazioni sono finte.

Le ragioni che si celano dietro una finta separazione sono principalmente fiscali.

La finta separazione per evadere il fisco è un reato?

La risposta è affermativa. La falsa separazione è un reato punito severamente, che nei casi più gravi può arrivare alla detenzione fino a 6 anni di reclusione.

Nella maggior parte dei casi, la falsa separazione nasconde l’intento di evadere il fisco.

E’ una pratica usata da molte coppie quando uno dei due coniugi è sopraffatto dai debiti.

In questo modo, i coniugi simulano un atto di separazione consensuale e nell’accordo che il giudice andrà ad omologare, il coniuge indebitato cede all’altro la propria casa affinchè quest’ultimo la adibisca a residenza familiare.

In cambio della cessione dell’immobile, il coniuge assegnatario dell’immobile, rinuncia all’assegno di mantenimento.

Il risultato è che l’immobile viene sottratto al regime di comunione e, risultando intestato a un soggetto diverso dal debitore, non può essere pignorato.

I falsi separati commettono il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Il reato è disciplinato dall’art. 11 D.lgs. n. 74 del 2000.

Quando si configura il reato di sottrazione fraudolenta?

Per i debiti che superano i 50 mila euro ed è prevista la reclusione da 6 mesi a 4 anni.

Per i debiti che superano i 200 mila ed è prevista la reclusione da 1 a 6 anni.

Quando non si configura il reato di sottrazione fraudolenta?

Quando il debito nei confronti del fisco è inferiore a 50 mila euro o nell’ipotesi di evasione di imposte di tipo diverso da Irpef e Iva.

Pertanto, quando non ci sono i presupposti per il reato di sottrazione fraudolenta, il fisco può agire con due strumenti:

  1. L’azione revocatoria: il fisco entro 5 anni dalla cessione del bene può provare che la separazione è falsa, dimostrando anche l’intenzione del debitore di sottrarsi al pignoramento. In tal caso l’immobile viene “recuperato” dal fisco e pignorato.
  2. L’azione simulatoria: il fisco, senza alcun termine, può dimostrare le fraudolenti intenzioni dei coniugi con ogni mezzo, con l’effetto di ripristinare la pignorabilità dell’immobile.

Come fa l’ente preposto ad accorgersi  della finta separazione per evadere il fisco?

Il fisco ha a disposizione diversi strumenti per indagare sulla veridicità o meno della separazione.

La residenza è certo il primo indice della simulazione della separazione.

Di norma, i coniugi separati devono vivere in case diverse. Quindi la permanenza nella stessa abitazione è il primo indice di un intento fraudolento della coppia.

Un recente orientamento della Corte di Cassazione, ha stabilito che l’amministrazione finanziare può fondare i suoi dubbi anche grazie al profilo Facebook della coppia.

Dal profilo pubblico può risultare tramite post e fotografie, che la separazione sia soltanto simulata.

Inoltre è possibile quando il comportamento dei coniugi è palesemente fraudolento, far cessare gli effetti della separazione anche senza l’intervento del giudice.

Questo vuol dire che l’accordo di separazione omologato dal giudice cessa di avere efficacia e si ripristina il regime coniugale di condivisione materiale e spirituale, con tutti gli obblighi patrimoniali che ne derivano.

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