La Fed lascia aperta la porta a tutto

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Ieri la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Fed. Un evento atteso dagli operatori per cercare di capire come e cosa farà la banca centrale statunitense nei prossimi mesi.

Porte aperte per qualsiasi evenienza

La prima informazione che è stata sottolineata dagli analisti riguarda la possibilità di un rialzo dei tassi. Possibilità che, sebbene remota, non è stata definitivamente cancellata. Alcuni membri del board, infatti, sarebbero propensi a non escludere un possibile aumento del costo del denaro qualora l’economia statunitense dovesse migliorare durante il resto dell’anno. Ad ogni modo, alla fine, la maggioranza dei membri FOMC ha ritenuto più opportuno che i tassi dovessero rimanere invariati per il 2019. Anche a causa di un’economia caratterizzata da una debole spesa delle famiglie e da un calo degli investimenti delle imprese. Tutti parametri potenzialmente zavorranti per l’economia Usa.

Dati macro sempre più decisivi

Infatti, quegli stessi membri hanno confermato che, sebbene la decisione di altri rialzi sia stata accantonata, in caso di rafforzamento dei dati macro, la situazione potrebbe cambiare. Almeno da parte loro. Una mossa modesta (si parla di un quarto di punto), ma tanto da far regredire l’opzione del taglio dei tassi, avanzata qualche settimana fa, a livello di un semplice desiderio inesaudito. Opzione, quest’ultima, che si era insinuata anche sull’onda di un atteggiamento da parte dei vertici Fed che aveva sorpreso tutti. Infatti alla fine del 2018 sono state proprio le parole del governatore Jerome Powell a capo della banca centrale, a far crollare i mercati.

La Fed ha cambiato idea

Il numero uno, infatti, aveva suggerito l’intenzione di un paio di strette sul costo del denaro. Troppo per il presidente Usa Donald Trump che era arrivato a sconfessare pubblicamente l’operato di Powell. Non solo, ma ultimamente il tycoon non ha esitato a dichiarare che, secondo lui, la banca non solo dovrebbe tagliare i tassi ma anche considerare un possibile ritorno del QE.

Un ritorno del QE?

Una view che proprio nelle ultime ore è stata condivisa anche dal vicepresidente Mike Pence. Quest’ultimo, infatti, nonostante la sua visione rialzista sullo stato dell’economia, ha appoggiato le richieste del presidente di ulteriori tagli dei tassi ad opera della Federal Reserve. Intanto Powell non ha perso tempo e ha deciso in maniera fin troppo repentina, per una strategia attendista. Ecco spiegato il perché, dai quattro rialzi dei tassi visti l’anno scorso, si è passati a zero per tutto il 2019.

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