La farina più antica del mondo sulle nostre tavole per pane, dolci e pizza soffici e gustosi

pane

Il triticum monococcum ha accompagnato l’umanità per millenni tanto da sviluppare diversi nomi. È infatti noto anche come piccolo farro in Italia, enkir in Piemonte, einkorn in tedesco e shebar nel bresciano. La farina del piccolo farro è purtroppo oggi poco utilizzata e conosciuta. In cucina però può regalarci meravigliose sorprese. Ecco la farina più antica del mondo sulle nostre tavole per pane, dolci e pizza soffici e gustosi.

La lunga storia del piccolo farro

Secondo gli studiosi il triticum monococcum, o tritico monococco, fu il primo grano coltivato dall’uomo. Gli archeologi hanno infatti rinvenuto alcuni suoi resti in siti mesolitici nella Mezzaluna Fertile. Il monococco è proprio originario di quest’area ed è nativo anche di Anatolia e Giordania.

Nei secoli si è però diffuso anche in Europa ed è stato molto amato perché resiste anche nei terreni più difficili. La sua resa è però inferiore a quella di altri tipi di farro o di grano e quindi ora è poco presente sulle nostre tavole. Il piccolo farro è però un cereale pieno di potenzialità da riscoprire per preparare piatti gustosi.

I vantaggi di questo alimento

Il piccolo farro ha molti vantaggi che lo rendono ottimo in cucina. Prima di tutto ha un basso contenuto di glutine. Questi si aggira solo intorno al 7%. Non è quindi adatto ai celiaci, ma è perfetto per chi vuole ridurre l’apporto di glutine. Ha inoltre livelli più alti di proteine, fosforo e potassio in confronto ai grani tradizionali.

Ciò lo rende perfetto per chi cerca una farina ricca di nutrienti. Si può portare la farina più antica del mondo sulle nostre tavole per pane, dolci e pizza soffici e gustosi. È infatti perfetta per preparati lievitati, ma non solo. La sua consistenza morbida e il colore tendente al giallo lo rendono ottimo anche per crostate e torte. I suoi chicchi sono inoltre molto amati sotto forma di porridge o per nutrire gli animali da allevamento.

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