La dieta paleolitica da abbinare allo sport

dieta mediterranea

La dieta paleolitica continua ad avere un folto gruppo di seguaci, dediti al recupero delle abitudini alimentari primitive. Somiglia alla dieta Scarsdale e alla Dukan. Ma con alcune differenze. Con grande spazio a tutti gli alimenti di origine vegetale. Sbarrando il passo a latticini, cereali e tutti gli alimenti trasformati. Con carne e pesce, ma in quantità ridotte. Diecimila anni fa si mangiava in questo modo: nutrendosi principalmente dei proventi della caccia e del raccolto. Ma ora è ancora possibile? Scopriamolo con la redazione Salute & Benessere di ProiezionidiBorsa.

La paleodieta dei cacciatori

La dieta paleolitica da abbinare allo sport o a programmi di dimagrimento è perfetta. Durante il Paleolitico, gli uomini primitivi che vivevano in aree tropicali e subtropicali avevano un maggiore accesso alle fonti vegetali. Mentre nel Nord Europa c’era abbondanza di cacciagione. Ci si cibava anche di semi, frutta, verdure e tuberi. Un esempio possono essere gli Hadza, una ristretta comunità che conta meno di mille individui e che vive in Tanzania in condizioni primitive. La loro alimentazione prevede una dieta simile. Il regime di adatta sia agli uomini che si dedicano alla caccia, sia alle donne che si occupano del raccolto. Sono cinque le categorie di alimenti a disposizione degli Hadza: carne, miele, tuberi, bacche, semi e frutti del baobab. Uno schema definibile quasi vegetariano. Oltre il 70% dell’introito energetico quotidiano deriva da fonti vegetali, mentre la carne costituisce soltanto una quota minoritaria.

La dieta paleolitica da abbinare allo sport

La dieta paleolitica da abbinare allo sport come la si segue oggi nello star system, è troppo ricca di proteine. Mentre questa più attinente a quella originale degli uomini primitivi funziona bene. E’da consigliare a tutti coloro che soffrono di infezioni intestinali e malattie infiammatorie croniche intestinali – malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa. Chi ha l’intestino debole dovrebbe anzi seguire questa dieta priva di alimenti trasformati, farinacei, latte e derivati. Diversi studi sottolineano quanto sia importante però personalizzare: la tolleranza di ciascun paziente ai singoli alimenti può essere anche molto diversificata.

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