La decadenza dei social: Facebook e Twitter KO

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Anche per chi non ha una frequenza compulsiva dei social network la decadenza della fruizione degli stessi è molto evidente già da qualche mese. Il numero dei like su Facebook o dei cuoricini su Twitter anche sui post più seguiti è in vistoso e costante calo. Alla faccia di chi prevedeva la morte dei tradizionali siti internet sostituiti da una rete fatta solo di social. Invece proprio molti siti, a cominciare da quelli di e-commerce, o giornalistici registrano dati record già da alcuni mesi.

Nulla può essere considerato definitivo in un mondo caratterizzato da una dinamica accelerata e per certi versi volubile come quello della rete, ma, sicuramente, anche all’osservatore più distratto sarà capitato di notare questo trend. Parlando di Twitter quanti tweet di personaggi politici o comunque famosi in meno si registrano ogni giorno è sotto gli occhi di tutti. Pare che solo Trump non se ne sia accorto.

Anche le borse se ne stanno accorgendo, Facebook a 12 mesi accusa una perdita di oltre il 7% in perfetto contro-trend rispetto agli indici USA di appartenenza. Ed è strano per un titolo che per diversi trimestri è stato tra i motori dei listini americani.

In termini di performances relativa agli indici se la passa meglio Twitter che però sta facendo i conti con diverse questioni burocratiche ne stanno minando la stabilità costringendo l’azienda a sostanziosi investimenti in termini di costi fissi.

Situazione immediatamente recepita dagli analisti indipendenti più qualificati come si legge infatti in una nota ai clienti di lunedì, l’analista di MoffettNathanson, Michael Nathanson, ha ridotto il suo obiettivo di prezzo su Twitter a $ 21 da $ 23, come riportato da CNBC. La sua nuova previsione a 12 mesi implica una potenziale discesa dei prezzi dell’azione di oltre il 30% dalla chiusura di venerdì. Un vero e proprio tracollo nemmeno confortato analoghe previsioni sugli indici. Per la verità meno compromessa, almeno nel breve termine, appare la situazione di un social quale Linkedin discretamente in ascesa nell’ambito delle professioni.  Esplosiva invece la crescita di Instagram che in un ‘era sempre più “visiva” vede premiata  la sua logica delle immagini e dei filmati brevi. Tanto da venire scopiazzata prima da Facebook e in divenire anche da Twitter. Basteranno queste implementazioni ai due colossi per riprendere quota e vigore? Resta tutto da verificare anche se è da approvare lo sforzo.Nell’era, perdonate la generalizzazione, in cui si brucia tutto in fretta, si legge poco, ancora meno si riflette o ci si sofferma ad approfondire, fugaci scatti e brevi video non possono che essere la chiave perfetta per attirare e catturare la, comunque bassa, soglia di attenzione disponibile da parte del grande pubblico. Bisogna anche dire che i vari social tendono sempre più a caratterizzarsi per bacini di utenza determinati dalla fasce di età sempre più specifici. Quello che si ricava dall’ analisi di questo contesto è che ci troviamo di fronte a un settore specifico che, anche nel caso riesca genericamente a mantenere le promesse di stabilizzarsi su milioni e milioni di utenti in tutto il mondo, avrà comunque, in ambito borsistico, nella sua natura ondivaga, una caratteristica di fortissima volatilità di cui il report sopracitato può essere considerato soltanto l’aperitivo.

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