La Commissione Europea ha approvato il farmaco contro il Covid-19

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Un focus su come la Commissione Europea ha approvato il farmaco contro il Covid-19.

Da qualche ora la notizia è cominciata a rimbalzare sui media di respiro internazionale, per poi rifluire anche sugli organi di stampa nazionali. La notizia è questa: la Commissione Europea ha finalmente autorizzato l’uso di un farmaco per il trattamento dei casi più gravi di Covid-19. E la produzione sembra sia già stata quasi totalmente acquistata dall’amministrazione di Donald Trump. Cerchiamo quindi di saperne di più in merito alla notizia, apparsa a caratteri cubitali un po’ ovunque, del seguente tenore: la Commissione Europea ha approvato il farmaco contro il Covid-19.

L’intervento della Commissione Europea

Il passo compiuto dalla Commissione Europea è stato questo: dare il via libera all’autorizzazione per l’immissione sul mercato del “Remdesivir”. Stella Kyriakides, Commissaria per la salute e la sicurezza alimentare, in un suo recente comunicato riportato in stralcio dal “Global Times”, ha rilasciato questa dichiarazione. “E’ un importante passo avanti nella lotta contro questo virus. Non lasceremo nulla di intentato nei nostri sforzi per garantire l’efficienza di trattamenti contro il coronavirus”. L’approvazione del “braccio esecutivo” dell’Unione Europea può quindi considerarsi l’ultimo passo per dare il via libera al primo trattamento autorizzato nella zona Euro.

Cronistoria

Approfondendo le vicende, la decisione della Commissione UE segue la raccomandazione dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA), che giorni addietro aveva dato il via al farmaco, venduto sembra con un nome diverso. Tra i destinatari, i pazienti affetti da Covid-19 di età superiore ai 12 anni che necessitano di ossigeno supplementare.

Ricerche pregresse

Com’è intuibile le sperimentazioni cliniche sul Remdesivir andavano avanti da tempo. Tra le prime riviste di settore a darne notizia l’’inglese “Lancet”. La pubblicazione riferiva di una iniziale sperimentazione effettuata in Cina tra febbraio e marzo 2020. Uno studio dal quale era emerso un dato reputato “non statisticamente significativo” secondo il quale i pazienti trattati con Remdesivir avevano avuto un tempo più rapido di ripresa.

Lo studio più rilevante è stato invece quello condotto dal “National Institute of Health” (NIH) con il quale  sono stati meglio individuati gli effetti del farmaco su più larga scala. Risultati che a maggio sembra abbiano pure indotto a sbilanciarsi il “super virologo” della Casa Bianca, Anthony Fauci, secondo cui il farmaco “può bloccare il virus”. Da qui il boom in Borsa di “Gilead Sciences”, produttrice del farmaco.

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