La Cina studia come far ripartire l’economia

Cina

La Cina si rimbocca le maniche. Vuole a tutti i costi far ripartire  l’economia. Per il 2020 sta studiando delle soluzioni per dare maggiore spinta economica. Tra le azioni da mettere subito in campo c’è il taglio della liquidità. Le banche sono state sollecitate a non immettere sul mercato liquidità in modo da avere riserve obbligatorie. In questo modo potrà essere prestata a società che hanno dovuto combattere un periodo difficile di accensione prestiti.

Come una spada di Damocle nel 2019 si è registrata la crescita economica più lenta dal 1990.

Tra contrazione del credito e carenza di liquidità lo Stato Cinese ha pensato di ridurre il tasso di riserva bancario prima del previsto, rivedendo le quote di prestito.

Cosa riserverà il futuro

Ma sarà questa la strada da intraprendere per un 2020 migliore? Gli economisti sono ottimisti e  le basi per prospettive 2020 di crescita ci sono tutte. Le previsioni  indicano una possibile  espansione del Prodotto Interno Lordo che arriverà al 5,9%.

Dove guarda la Cina

La Cina non dovrà muoversi solo sulla direttrice con l’Usa ma anche con gli altri Paesi asiatici: Corea, Giappone. Va fatto un lavoro certosino a 360 gradi di cooperazione affinchè il rallentamento economico venga scongiurato e  contrastato in modo da accelerare i negoziati votati al libero scambio. La Cina vuole aprirsi al mondo, non essere più “dipinta” come accentratrice. Solo  aprendo al mercato  i suoi settori finanziari, sanitari e altri servizi agli investitori stranieri può portare ad una ripresa per l’economia globale dello Stato cinese.

Strategie da mettere in atto

La concorrenza dell’Usa è sempre un pallino. Si sta studiando come contrastare la leadership. L’idea è di sfidare i giganti di Wall Street creando banche di investimento. Per fare ciò la nuova politica di Pechino dovrebbe spingere le fusioni tra le banche commerciali. Infatti i broker cinesi sono di dimensioni molto piccole in una prospettiva internazionale.

 

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